martedì, 6 Giugno 2023

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Rovigo: a Palazzo Roncale arriva la mostra dedicata a Virgilio Milani

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La vicenda artistica di Virgilio Milani funge da filo rosso nell’esplorazione dell’arte del secolo breve nel Polesine

Lo scultore rodigino Virgilio Milani (1888-1977) è il protagonista della nuova esposizione di Palazzo Roncale, dal 25 marzo al 25 giugno 2023: “Virgilio Milani e l’Arte del ‘900 in Polesine”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e curata da Alessia Vedova.

La vicenda artistica di Virgilio Milani funge da filo rosso nell’esplorazione dell’arte del secolo breve nel Polesine, assieme ad altri nomi illustri come Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi, Paolo Gioli, che di Milani è considerato erede. La mostra racconta l’attività di Milani nella sua città, attraverso l’evoluzione delle molteplici opere pubbliche disseminate sul suolo cittadino e le opere private, spesso raffiguranti figure e ritratti in bronzo o terracotta.

La mostra apre inoltre una finestra interessante sul Polesine di inizio e metà 900, da intendersi quale crocevia di artisti che sceglievano il capoluogo polesano come residenza o tappa di vita. Autore di questa indagine è Lucio Scardino, studioso ferrarese, specializzato nella storia dell’arte della prima metà del Novecento Egli ricorda come Virgilio Milani, nel 1911, abbia partecipato a una mostra collettiva all’accademia dei Concordi, ottenendo una medaglia d’oro per una testa di bimba. In quegli anni si inizia a registrare la curiosa tendenza, da parte di alcuni artisti, a scegliere Rovigo come propria residenza, come il toscano Tito Corbella e il ferrarese Guglielmo Mantovani. Poi il toscano si trasferirà a Roma, dove diventerà uno dei più famosi cartellonisti per il cinema. Artisti che arrivano ed altri, rodigini, che se ne vanno, come Spartaco Greggio, che dopo le prove in Polesine raggiunge Milano dove si confermerà illustratore e cartellonista di vaglia; o Mario Cavaglieri, che si trasferirà stabilmente in Francia. Nel 1911, da Treviso giunge a Rovigo Gino Pinelli e qui si afferma come vedutista ed eccellente grafico.

Nella mostra ai Concordi del 1917 Milani esordisce come scultore “pubblico” con il monumento a Cesare, Battisti collocato sulla facciata della Gran Guardia. In quella edizione, Pinelli è premiato con la medaglia d’argento “presentando paesaggi ancora ottocenteschi, nel gusto del suo maestro Guglielmo Ciardi, giungendo a punte sapide e pittoresche in una scena di genere denominata I promessi sposi: un pastello che non illustrava Manzoni,  bensì un gallo e una gallina posti entro una cesta, in attesa dell’accoppiamento”. Nel 1923, alla collettiva ai Concordi si fanno apprezzare due paesaggisti originari della provincia, Ugo Boccato di Adria (1890-1982) e Luigi Cobianco (1893-1967) di Villanova Marchesana. Il primo diventa uno dei migliori pittori del Novecento polesano, uno dei pochi  ad esporre in mostre nazionali, dalla Quadriennale romana del 1939 al Premio Cremona del 1941, per giungere alla Biennale di Venezia nel 1948. Cobianco, allievo di Ettore Tito, all’ambiente veneziano resta sempre legato, tanto che finisce per insegnare pittura al Liceo Artistico e all’Accademia, con soggiorni a Mestre. Alla stessa mostra del 1923 si distinguono inoltre lo scultore e pittore Gino Colognesi (1899-1972) e il pittore Edoardo Chendi (1906-1993), un talento in erba, poiché aveva soltanto quattordici anni. Le sculture in gesso di Colognesi, scrive Scardino: “furono giudicate dal Palmieri fra le migliori opere esposte, ma l’artista – anima inquieta ed errabonda – preferì trasferirsi all’estero (Francia prima, Brasile poi), riannodando i rapporti con Rovigo soltanto negli anni Trenta, allorché eseguirà i bassorilievi allegorici per il Salone dell’Economia Corporativa (poi Camera di Commercio) rappresentandovi la mietitura, l’aratura, il commercio del pesce, la fucina, l’industria, in modo invero alquanto farraginoso e retorico se rapportato alla sintesi plastica rivelata da Milani nei monumenti della fase più  novecentista, quello all’esploratore Miani ad esempio o nella mirabile, grandiosa Contadina seduta”. Opera che sarà nella mostra al Roncale

Sempre in tema di “foresti” venuti ad abitare in Polesine, sono da segnalare Pio Pullini, pittore e illustratore marchigiano, il mantovano Baldissera, il veronese Donati, Chiacigh, quest’ultimo di origine caucasica, Casimiro Iodi, modenese, oltre al più celebre Leone Minassian, armeno.

Melania Ruggini

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