giovedì, 28 Marzo 2024
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A Trebaseleghe un’oasi di culture e …colture grazie ad Amici per l’Africa

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Nell’oasi le famiglie coltivano 48 orti, su un terreno concesso in comodato gratuito dal comune a persone che non hanno a disposizione proprie aree coltivabili.

L’associazione “Amici per l’Africa-Trebaseleghe” onlus, collabora da molti anni con l’amministrazione comunale e la Caritas diocesana, gestendo un’oasi con 48 famiglie che coltivano circa altrettanti 48 orti, su un terreno concesso in comodato gratuito dal comune a persone che non hanno a disposizione proprie aree coltivabili.

Gli utenti sono persone di varie religioni e di 9 diverse nazionalità, che convivono e si aiutano reciprocamente scambiandosi storie ed esperienze, favorite anche da un ampio gazebo, utile per momenti di incontro e di convivialità.

Negli anni di emergenza sanitaria l’associazione ha sospeso i suoi viaggi in Africa ma ha continuato a lavorare nel territorio, per favorire l’integrazione degli stranieri in Italia, attraverso progetti di integrazione specifici che passano dai corsi di alfabetizzazione per giovani e donne immigrate che non hanno alcuna nozione della lingua italiana, all’uso dei nostri usi e costumi.

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“Il progetto degli orti sociali, progetto dall’alta valenza sociale e aggregativa – spiega il sindaco Antonella Zoggiache aiuta tante persone di provenienza diversa, ad integrarsi, mette a disposizione anche un aiuto economico per famiglie in difficoltà e allo stesso tempo è un’attività in continuità con la vocazione del nostro paese di coltivazione e cura della terra”. 

L’area, infatti, che viene data da coltivare ad orto, si trova in un bellissimo contesto ambientale, immerso nel verde, dove vicino scorre il fiume Draganziolo, fiancheggiata da stradine e percorsi ciclopedonali.

Le persone che curano questi orti orti, vengono a conoscere prodotti della terra spesso nuovi per loro, si scambiano conoscenze, si sostengono l’uno con l’altro e si aiutano nei lavori pesanti. Vista l’importanza di questa attività ci si auspica che ci sia la disponibilità di ulteriori terreni per poter ampliare l’area di coltivazione.

Endrius Salvalaggio