giovedì, 7 Dicembre 2023
 
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Allarme in via Caposeda, eccezionale moria di api a Montegrotto

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Michele Milanetto e Marialodovica Turlon ipotizzano che la causa dovrebbe essere riconducibile all’utilizzo di qualche trattamento chimico in un vicino campo di colza e si sono rivolti ad un avvocato

Migliaia e migliaia di api morte e molte altre in pericolo. E’ allarme a Montegrotto, in via Caposeda, dove da poco meno di una decina di giorni, due aziende apistiche stanno facendo i conti con una situazione che rischia di diventare presto “drammatica”. Michele Milanetto dell’Apicoltura Nettare d’Oro, e Marialodovica Turlon de La fattoria di Berta, fidanzati, hanno deciso da circa un anno di unire le proprie forze mettendo in piedi di fatto un’unica azienda che tratta circa 4 milioni di api.

Secondo gli apicoltori la causa dovrebbe essere riconducibile all’utilizzo di qualche trattamento chimico in un vicino campo di colza. Tanto che Milanetto e Turlon si sono rivolti all’avvocato Giorgio Destro del foro di Padova, che ha depositato un esposto in Procura. Le api morte attestate sono almeno 600 al giorno. “Complessivamente operiamo con circa 100 colonie di api che rappresentano una quantità di approssimative 4 milioni di api”, raccontano Milanetto, 53 anni, e Marialodovica, 40 anni. “Nelle vicinanze, circa 250 metri, è situato un campo di colza in piena fioritura sul quale sono in corso i trattamenti chimici potenzialmente tossici per la relativa coltivazione e tutti gli insetti impollinatori. Da circa una settimana abbiamo constatato un’ingente moria di api sempre più grave e di ciò sono stati informati sia i vigili urbani, che le autorità sanitarie competenti, i quali sono intervenuti tempestivamente effettuando un primo sopralluogo, il primo aprile, con relativo prelievo dei campioni necessari del caso per le opportune analisi”.

In seguito, il 6 aprile, è stato effettuato un sopralluogo in loco dalla dottoressa forestale, Marina Lecis, e dall’avvocato Giorgio Destro.

“Ho potuto rilevare la fondatezza di quanto lamentato prelevando propri campioni, oggetto di opportune analisi e monitoraggi nonché la moria di miglia di api”, osserva la Lecis. “Per quanto detto, che verrà integrato nei prossimi giorni, ritenendo esserci un nesso tra i trattamenti chimici effettuati nelle vicinanze, ed essendo il fatto di estrema gravità sotto il profilo sanitario-ambientale e penale, abbiamo deciso di depositare un esposto chiedendo che vengano espletati tutti gli accertamenti necessari anche al fine di procedere penalmente nei confronti dei soggetti che verranno ritenuti responsabili dei fatti”, spiega il legale Destro. “Ci riserviamo la costituzione di parte civile e l’azione civilistica per ottenere il risarcimento dei danni”.

Tutto ha avuto inizio il 30 marzo scorso. “Abbiamo notato che erano state usate delle sostanze chimiche sulla colza”, dicono ancora gli apicoltori. “Le nostre api bottinatrici sono da subito rimaste vittime. Con dei teli ne abbiamo raccolte anche 600 al giorno, ma c’è da pensare che molte altre siano morte nel viaggio di ritorno dalla colza, dove vanno per impollinare. Il pericolo è poi che queste vadano ad infettare quelle che rimangono negli alveari”. Gli apicoltori hanno raccolto circa 1.500 api spirate come campione in tre vasetti. “Siamo molto preoccupati per lo stato di salute delle nostre api. Si stanno muovendo anche i carabinieri forestali. Il rischio, dovesse essere riscontrato l’avvelenamento, è che vengano sequestrate le nostre aziende per ragioni di sicurezza. Di certo la stagione è già compromessa, con enormi danni anche dal punto di vista economico”.

“Ipotizziamo una moria da veleno neurotossico”, conclude la Lecis, l’esperta chiamata ad effettuare le perizie all’interno dell’azienda.

Andrea Fedrigo

 
 
 

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