venerdì, 29 Marzo 2024
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Bottrighe, Novamont sempre più Eni

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L’Ente economico di diritto pubblico verso il 100% nel colosso della chimica da fonti rinnovabili. Ne fa parte Mater-Biotech, primo impianto al mondo di bio butandiolo

Eni, attraverso la controllata Versalis, che già detiene il 36% delle azioni in Novamont, rileverà il restante 64% raggiungendo il 100% dell’intero pacchetto azionario, diventando così il grande polo della chimica verde. L’accordo è in fase di definizione, la notizia è apparsa in anteprima nei maggiori quotidiani finanziari.

Novamont, di cui fa parte la controllata Mater-Biotech con lo stabilimento di Bottrighe, è azienda leader a livello internazionale nel settore della chimica da fonti rinnovabili, in particolare delle bioplastiche biodegradbili e compostabili. Versalis è la prima azienda chimica italiana leader a livello internazionale, con una strategia mirata anche attraverso la chimica da fonti rinnovabili.

Tornando a Novamont, con sede a Novara, è una società Benefit con 650 dipendenti. Gli stabilimenti produttivi sono dislocati a Bottrighe, Terni e Patrica con tre laboratori di ricerca a Novara, Terni e Piana di Monte.

Con Versalis di Eni, ha già una collaborazione per grandi progetti a Porto Torres e possiede una società con Coldiretti per lo sviluppo e la distribuzione di soluzioni per l’agricoltura. E’ attiva all’estero con sedi in Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti.

Lo stabilimento di Bottrighe, primo impianto al mondo nella produzione di bio butandiolo, è anche il più efficiente centro in Europa per la produzione di intermedi chimici da fonte rinnovabile, grazie alla costruzione di un impianto per biogas di elevata qualità inaugurato due anni fa.

Ciò consente di convertire il proprio biogas in biometano da immettere nella rete nazionale, ottenuto dai sottoprodotti della produzione attraverso un processo altamente tecnologico con un biodigestore che li degrada e li converte in fonte energetica, nello specifico in biogas. Con ciò l’azienda è in grado di immettere direttamente biometano in rete compensando il gas naturale che attualmente preleva dalla rete per generare energia elettrica, con biometano che cede alla rete stessa. Soluzione che da una parte si traduce in risparmio per l’azienda, dall’altra in un impatto ridotto delle emissioni di Co2 in atmosfera.

Recentemente, a seguito di un investimento di circa un milione di euro, lo stabilimento di via Gramsci è stato dotato di elevate tecnologie per abbattere le emissioni odorigene con la copertura di vasche e test di filtri a carbone dei serbatoi nei quali vengono accumulate le biomasse provenienti dall’impianto di fermentazione e quelle acustiche con l’insonorizzazione di vari impianti.

Roberto Marangoni