La Regione Veneto non impugnerà la legge nazionale che incorpora il bilancio di previsione per l’anno finanziario 2023 con ricadute sulle scuole a rischio chiusura per via delle riduzioni del numero di classi
La Regione del Veneto non impugnerà la legge nazionale che incorpora il bilancio di previsione per l’anno finanziario 2023. E questo avrà delle ripercussioni anche sulle scuole di Cavarzere, in particolare quelle che riguardano la frazione di Boscochiaro.
A spiegare il perché è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin.
“La decisione di non impugnare la legge nazionale inquestione è stata comunicata dall’assessora Elena Donazzan, replicando all’interrogazione a risposta scritta che lo scorso 22 febbraio le avevo rivolto – spiega la Baldin – Il tema eral’organizzazione scolastica e chiedevo appunto l’impugnazione della legge di bilancio del governo Meloni poiché vìolala Costituzione, legiferando in via esclusiva relativamente all’istruzione, ovvero una materia a legislazione concorrente”.
Analoga impugnazione avanti la Corte Costituzionale era stata decisa dalle giunte regionali di Campania, Puglia, Toscana ed Emilia Romagna, tutte a guida di centrosinistra.
“Ma anche la Regione Sardegna, che èdi centrodestra – prosegue Baldin – ha inteso impugnare la Finanziaria.Per il Veneto invece vale la regola non scritta, secondo cui non siimpugnano le leggi di un governo politicamente amico”.
Secondo la legge di bilancio, le Regioni devono provvedere entro il 30 novembre di ogni anno al dimensionamento della rete scolastica, in base acriteri che definiscono la dotazione dei dirigenti e la loro distribuzione.
“Questo – dice la Baldin – apre le porte alla chiusura di non pochi istituti, già prevista nel testo stesso della norma, pervia degli accorpamenti e della riduzione del numero delle classi. Comeè già avvenuto in diverse località periferiche dell’area metropolitana di Venezia, poco servite dai mezzi di trasporto pubblici”.
Il caso di Boscochiaro, frazione di Cavarzere, è noto.
“Secondo la giunta regionale al momento non ci sono criticità – spiega la Baldin – dato che il numero medio di allieve e allievi per ogni dirigente scolastico ammonta a 972 unità, contro le 900 fissate dal governo. Tuttavia, questo dato non è territorialmente omogeneo, e visto il continuo calo demografico niente esclude che nuove difficoltà possano emergere già il prossimo anno, soprattutto per le classi prime della scuola primaria. Il Veneto è fatto anche di montagne, isole, zone difficilmente assimilabili alle altre, dove anche il passaggio di uno scuolabus non è agevole. Confido negli esiti delle impugnazioni promosse da altre giunte regionali”.
Alessandro Abbadir