venerdì, 29 Marzo 2024
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Crediti incagliati, l’allarme delle imprese: incontro a Mirano con il sindaco Baggio

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“Riteniamo che questa possa essere una propria bomba a orologeria che rischia di creare danni enormi” spiega l’Associazione Artigiani del Miranese Casartigiani

Torna a farsi sentire l’ “Associazione Artigiani del Miranese Casartigiani” sulla questione dei crediti incagliati collegati al Superbonus 110 % e ha ribadito le proprie preoccupazioni in occasione dell’incontro avuto con il sindaco del Comune di Mirano, Tiziano Baggio, e l’assessore Francesco Venturini.

Come fa notare l’Associazione, il decreto del 16 febbraio scorso convertito in legge il 5 aprile scorso, “opera una regolamentazione importante nel quadro legislativo perché mette vari punti di certezza in un quadro legislativo complicato e farraginoso”. 

“Ma non dà alcuna risposta sul tema più scottante, quello dei crediti incagliati, cioè di tutte quelle situazioni per cui imprese e cittadini non sono riusciti a completare le cessioni dei crediti alle banche e sono rimasti col “cerino in mano”, ovvero con i cassetti fiscali pieni di crediti ma senza un euro sul conto corrente – spiega Andrea Dal Corso, funzionario dell’Associazione Artigiani del Miranese. Riteniamo che questa possa essere una propria bomba a orologeria che rischia di creare danni enormi per lavoratori, famiglie e imprese del comprensorio del miranese, nel quale il settore delle costruzioni vede impegnate (dati al 2022) 1840 imprese, delle quali il 72% artigiane e ben 4644 addetti, di cui il 60% impiegati in ditte artigiane: numeri importanti ai quali occorre aggiungere quelli delle imprese della filiera come impiantisti, falegnami. Stimiamo che almeno 2 imprese su 3 siano alle prese direttamente o indirettamente con sofferenze legate al problema dei crediti incagliati”.

Il problema rischia di coinvolgere oltre mille aziende e 3 mila lavoratori. “Questo è un tema su cui occorre fare attenzione – ha commentato il sindaco Tiziano Baggio. Cittadini e imprese hanno effettuato investimenti importanti, fidandosi di leggi dello Stato, che sono cambiate negli ultimi due anni quasi ogni mese e mezzo, fino ad arrivare all’ultimo decreto di febbraio che dalla sera alla mattina ha messo uno stop quasi definitivo. E’ giusto e condivisibile tenere in ordine i conti pubblici ma il blocco delle cessioni del credito è un fulmine a ciel sereno che rischia di creare problemi nel tessuto sociale del territorio”.