mercoledì, 27 Settembre 2023
 
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Riviera del Brenta, tagliati ai bambini disabili le settimane dei Centri Estivi

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Una scelta della ULSS 3 e della Comissione dei Sindaci presa senza consultare le famiglie e comunicata senza spiegazioni con una mail. Tagliati ai bambini disabili le settimane dei Centri Estivi nei Comuni delle Riviera del Brenta e del Miranese

Tagliate senza preavviso alcuno alle famiglie le settimane ai centri estivi per bambini e adolescenti disabili che per la loro situazione hanno bisogno dell’assistenza di un operatore sociosanitario.

E’ questa l’amara sorpresa per centinaia di famiglie residenti nei 17 Comuni della Riviera del Brenta e del Miranese  che fanno riferimento all’ ULSS 3 Serenissima, arrivata con una lettera all’inizio della settimana: nessuna spiegazione, solo la burocratica comunicazione che i piccoli e gli adolescenti disabili potranno usufruire ( peraltro solo al mattino)  non  più  di sei settimane di Centro Estivo affiancati da un operatore sociosanitario, ma appena di due.  In allegato il modulo da compilare per scegliere le date.

Da alcuni anni si usufruiva  di sei settimane di Centro Estivo: la famiglia pagava il costo del Centro Estivo stesso e l’ ULSS metteva a disposizione senza oneri economici per la famiglia l’operatore sociosanitario.

E’ una  scelta inaccettabile nel merito e nel metodo.  –  ha spiegato Alessandra Boran, presidente della Associazione Famiglia e Abilità Vuol dire che decine e decine di ragazzi e adolescenti, parliamo nella grandissima maggioranza di persone con un profilo di autismo importante, ma anche altre disabilità cognitive, non potranno usufruire di questo servizio che è fondamentale per la loro cura e assistenza.  Senza parlare delle difficoltà in cui si trovano le famiglie, già provate nel far assistere adeguatamente i propri figli, che con le scuole chiuse si trovano a dover affrontare un periodo ulteriormente complesso.  Solo la mia associazione riunisce 90 famiglie , ma tante altre sono nella nostra stessa situazione, in tutta la zona

L’alternativa

L’alternativa, per chi se lo può permettere economicamente è prendere privatamente un operatore sociosanitario abilitato e pagare almeno 500 euro la settimana ( in aggiunta al costo del Centro Estivo).  Oltretutto è molto difficile trovarne di disponibili perché sono generalmente tutti in carico ai Servizi Sanitari pubblici.

Questa decisione che penalizza ancora una volta i disabili e le loro famiglie, è stata presa in una riunione tra ULSS e Comitato dei Sindaci la scorsa settimana.  Le Associazioni  che si occupano di disabilità non sono state né invitate né informate della riunione e del tema che si sarebbe trattato.

Di fronte al coro di proteste che si sta sollevando ogni giorno sempre più forte alcuni assessori e sindaci dei comuni interessati hanno promesso un loro interessamento ed è stata fissata una riunione della Conferenza con L’ULSS per mercoledì 

Capisco le difficoltà che anche le ULSS affrontano ma è ora di smetterla di fare risparmi sulla pelle dei disabili e delle loro famiglie.  Noi semplicemente chiediamo che i nostri figli abbiano gli stessi diritti degli altri ragazzi.  –  ha commentato Valentina Paveggio, vicepresidente dell’ associazione UgualexTutti e socia della Fondazione Antonietta e Riccardo Pauletti di Zelarino – E’ già difficile trovare il Centro estivo adatto perché non tutti sono formati per accogliere disabili, un centro estivo che integri il bambino insieme con gli altri, che lo faccia giocare,  accompagnato dall OSS, perché lui non può stare da solo.  Già la presenza dell’OSS è comunque limitata solo alla mattina  ( è questo il loro orario di lavoro)  almeno siano date sei settimane.  L’estate è la stagione peggiore per i bambini autistici o con disturbi comportamentali, d’estate i bambini non hanno un percorso regolare come durante il periodo scolastico.  Questi bambini si trovano in grave difficoltà e tutto questo ricade ancora una volta solo sulle famiglie.  Ci rendiamo conto che stiamo parlando di una scelta diseducativa di grande rilievo che ha ricadute sul percorso di cura e assistenza di questi bambini. Il problema non è dove lo metto è che il bambino ha bisogno di questa esperienza al centro estivo. Dateci quello di cui i nostri figli hanno bisogno, e datelo anche alle famiglie che non se lo possono pagare. Leggere una mail in cui si dice che il massimo che ci possono dare sono due settimane, non è accettabile, non è umano”.

 
 
 

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