domenica, 1 Ottobre 2023
 
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Vescovi contro le trivellazioni nell’Adriatico: “Chiesa vicina a istituzioni e società”

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“Abbassamento delle sommità arginali, aumento dei fondali ed erosione della costa peggiorano la subsidenza da estrazione di idrocarburi”

“Qualcuno ha telefonato da Roma per chiedere cosa sta succedendo a Porto Viro” ha scherzato il vescovo di Chioggia mons. Giampaolo Dianin all’affollato incontro in Sala Eracle voluto assieme ai due colleghi di Adria-Rovigo mons. Pierantonio Pavanello e di Ferrara-Comacchio mons. Gian Carlo Perego, per discutere di trivellazioni con un gruppo di esperti. “Anche i vescovi a fare politica? No, siamo tutti membra vive della vita sociale e la Chiesa da sempre è vicina a istituzioni e società. Ci siamo chiesti, noi tre che abbiamo un legame particolare con queste terre, se avevamo qualcosa da dire su questo tema non per competenza scientifica ma perché amiamo queste territorio fragile. Avevamo pensato a un comunicato ma abbiamo preferito coinvolgere delle figure competenti; lontani da ogni lotta di parte, per un confronto serio e pacato, con il desiderio di capire nella consapevolezza delle diversità di posizioni: i risultati di questa serata saranno a disposizione di chi farà delle scelte. In questo piccolo angolo del mondo vogliamo fare la nostra parte”.

Mediati dal giornalista di Avvenire Antonio Maria Mira, è intervenuto per primo il sociologo Giorgio Osti nel considerare il problema nell’ampio arco da Chioggia a Ravenna, un territorio che dipende da altri in più logiche: monte/valle, poteri esterni/marginalizzati, centro/periferia, ma anche passivismo dei locali ed estrattivismo di valore. Più tecnici gli apporti del geologo Alberto Rivasull’estrazione selvaggia – non solo di gas ma di fluidi – post industrializzazione, e su una gestione in prospettiva di cambiamento climatico; e del direttore del consorzio di bonifica Giancarlo Mantovani che ha presentato una serie di concause: “Abbassamento delle sommità arginali, aumento dei fondali ed erosione della costa peggiorano la subsidenza da estrazione di idrocarburi: nel solo 1957 il territorio calò di 30 cm, nel decennio 1951/60 fino a 2 metri, nel periodo 1961/79 di un altro metro, in quello 1983/2008 altri 40 cm. Con la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)i tecnici ci prendono in giro citando ricerche delle stesse compagnie che effettuerebbero le estrazioni:si crei un gruppo di lavoro di veri scienziati”.

Preoccupante anche il dato riportato dal climatologo Vittorio Marletto: “Qualche anno fa, per la sola Italia erano necessari 74 miliardi di metri cubi di metano all’anno: anche estraendo tutto l’estraibile dal nord Adriatico avremmo 15 miliardi di metri cubi, 1/5 della spesa di un anno. La concessione di estrazioni di fonti fossili è incoerente con le proiezioni: facciamo scendere ancora questo territorio, con il mare che nei prossimi decenni potrebbe salire di un metro?”.

Ovvio, per tutti gli intervenuti, il cambio di prospettiva, riassunto dal presidente dell’ente Parco Moreno Gasparini: “Vogliamo diventare un distretto del metano o un distretto del turismo?”.

Fabio Pregnolato

 
 
 

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