venerdì, 19 Aprile 2024
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Il Comune di Montegrotto Terme dovrà pagare oltre un milione di euro alla Marco Polo

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La somma, a prescindere dalla vicenda giudiziaria che aveva investito la Guerrato nella Tangentopoli delle Terme, è dovuta in quanto il servizio è stato erogato. Il Comune ricorrerà alla Corte d’Appello di Venezia

Un “salasso” da oltre un milione di euro in arrivo per il Comune di Montegrotto, che perde il ricorso presentato contro la società Marco Polo. Il decreto ingiuntivo, con il quale la società che assieme alla Guerrato gestiva l’illuminazione pubblica nel Comune sampietrino è fondato e quindi l’Ente comunale dovrà versare quanto dovuto alla Marco Polo. Il Comune di Montegrotto dovrà allora pagare i 713.327,05 euro, a cui vanno aggiunti i circa 300 mila euro di interessi di mora. Il Tribunale di Padova, in composizione monocratica, nella persona del giudice Maria Antonia Maiolino, ha anche condannato, in sede civile, in primo grado il Comune di Montegrotto al risarcimento delle spese legali sostenute dalla Marco Polo, liquidate d’ufficio in 30 mila euro, oltre al 15% per rimborso forfettario.

Il Comune di Montegrotto ora ricorrerà, con ogni probabilità alla Corte d’Appello di Venezia.

Ha quindi fondamento il decreto ingiuntivo del Tribunale di Padova emesso cinque anni fa dal giudice Federica Sacchetto per conto della Marco Polo che, aderendo a un’associazione temporanea d’impresa con la Guerrato, si era aggiudicata nel novembre 2010 un maxi appalto, per un totale di 16 milioni di euro, relativo all’illuminazione pubblica della città termale. Nella sentenza del giudice si legge come il Comune di Montegrotto, che riteneva non dovuta la somma, anche e soprattutto in virtù della vicenda giudiziaria che aveva investito la Guerrato nella vicenda Tangentopoli delle Terme, sia invece dovuta, in quanto il servizio da parte delle ditte è stato regolarmente erogato (l’energia elettrica è stata fornita regolarmente).

Oltre a ritenere infondato il ricorso, la Maiolino ha messo in evidenza come il Comune non abbia presentato i dati e specifiche. Ricordiamo che l’appalto era poi stato rescisso nel 2015 dal commissario straordinario Pasquale Aversa per una seria di disservizi. Rimaneva sul piatto, tuttavia, una ingente somma di cui la Marco Polo contestava il mancato versamento.

L’Ente locale guidato da Riccardo Mortandello aveva deciso di resistere in giudizio. “Ci vengono chiesti 713.327 euro; denaro che è comunque stato accantonato in via precauzionale”, spiegava il sindaco. “Non si tratta di quattro soldi, ma di un importo considerevole. Per il bilancio comunale fra averli nella propria disponibilità o meno, fa una bella differenza. Siamo certi delle nostre ragioni e per questo abbiamo deciso di opporci: non è chiaro se questi pagamenti siano dovuti o meno”.

L’incarico di rappresentare l’amministrazione è stato affidato all’avvocato Massimiliano De Benetti.

“I punti da chiarire – affermava il legale – sono due. La transazione per la rescissione del contratto reca la sola firma della Marco Polo, non della Guerrato che era mandataria all’interno dell’associazione d’impresa. Vi è poi la questione relativa alla cifra. Una serie di controlli incrociati arriva infatti a risultati ben diversi: secondo il contratto, il Comune era tenuto a versare un canone annuale di 630 mila euro. Non appare quindi chiaro a cosa si riferisca la somma pretesa. Infine, alla Guerrato, sempre nella sua qualità di mandataria, spettava l’incasso del denaro, non alla Marco Polo”.

Federico Franchin