Michael Saylor è fondatore e presidente di Microstrategy, l’azienda che detiene più bitcoin al mondo, ben 140.000
In un’intervista a Bloomberg dello scorso 13 giugno, Michael Saylor, fondatore e presidente di Microstrategy, ha parlato del recente attacco della SEC agli exchange di criptovalute. Saylor ha sottolineato che Microstrategy crede dal 2020 che bitcoin (BTC) sia l’unico asset crypto su cui le grandi aziende dovrebbero investire. Ha sottolineato il fatto che BTC è ampiamente riconosciuto come commodity digitale su scala globale e ha ipotizzato che gli enti regolatori non renderanno la vita facile alle altre criptovalute.
“Le autorità di regolamentazione non amano i derivati delle criptovalute“, ha spiegato Saylor. “Non amano i token crypto. E hanno una visione degli exchange di criptovalute che è molto limitata. Voglio dire, il loro punto di vista è che gli exchange dovrebbero scambiare, detenere e fare trading con commodities digitali pure come bitcoin. E quindi l’intero settore è in qualche modo destinato a essere razionalizzato fino a incentrarsi su bitcoin e forse su una mezza dozzina o una dozzina di altri token basati sulla proof of work”.
Se Microstrategy avesse investito in ethereum (ETH) invece che investire in bitcoin (BTC), la società avrebbe registrato un profitto di oltre il 50% invece di subire un calo del 14%. Questa rivelazione ha probabilmente poco significato per Saylor, che rimane irremovibile nell’audace scommessa della sua azienda sulla loro enorme scorta di 140.000 bitcoin. Durante l’intervista a Bloomberg, Saylor ha espresso la convinzione che il grande pubblico si stia gradualmente rendendo conto che “bitcoin è il prossimo bitcoin“. Ha inoltre insistito sul fatto che la progressione logica per BTC è quella di moltiplicare il suo valore per dieci volte, e poi rifare tutto da capo.
Saylor si aspetta che il dominio di Bitcoin torni all’80%, altri ritengono che la regolamentazione non sia la via da seguire
Guardando al futuro, Saylor ha previsto una rinascita della dominance di bitcoin che potrebbe superare l’80%, un risultato che manca dal 2017. Ha evidenziato il ruolo che avranno le norme che regolamenteranno il settore, facendolo progredire ed eliminando l’incertezza e la confusione che regnano attualmente e che, secondo lui, ostacolano gli investitori istituzionali.
“La chiarezza normativa“, ha affermato Saylor, “stimolerà l’adozione di bitcoin“. La prospettiva di Saylor, ovviamente, ha ricevuto reazioni contrastanti, poiché non tutti erano d’accordo con la sua posizione. I critici hanno sostenuto che fare affidamento sul monopolio della forza dello Stato per proteggere bitcoin dalla concorrenza del libero mercato non è il percorso ottimale da seguire.
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