L’assessore comunale Benedetta Bagatin fa il punto della situazione, a due mesi dall’incarico ricevuto dal sindaco Edoardo Gaffeo
“Sono stati due mesi molto intensi perché ovviamente entrando ad un anno e pochi mesi dal termine della legislatura e con moltissime iniziative già avviate dall’assessore Roberto Tovo, è stato un periodo molto impegnativo e mi sono trovata a fare con dossier e scadenze già attivate da Tovo. Ho un assessorato molto ampio: tre settori molto diversi, come cultura, istruzione, anagrafe”.
Quindi, Benedetta Bagatin, illustra alcune delle cose fin qui fatte. “Per quello che riguarda la cultura e gli eventi, mi si è subito presentata una bella cosa grossa, con tutti gli eventi della città da primavera fino all’estate, frutto di tutto un lavoro degli uffici, con uno sforzo collettivo importante. Volontà politica di dare vitalità a tutto il mondo della città. Rovigo ha infatti tantissimi eventi, progettazioni, che spaziano su varie tematiche, anche ludiche. Calendario unico di eventi presentato nei tempi previsti. Ringrazio tutta la struttura amministrativa del Comune e tutte le associazioni che ogni giorno si impegnano. La chiusura della stagione di lirica, balletto, prosa, del teatro sociale, che ha visto il tutto esaurito con gli ultimi due spettacoli. Un momento di successo e orgoglio del quale l’artefice è il direttore artistico del teatro.Il teatro sociale è uno dei siti che si può visitare con la Rovigo card. Con la bella stagione lo sarà a pieno regime. 300 visite alla Rotonda durante la due giorni di Pasqua. Stiamo lavorando in maniera corretta verso il riconoscimento della città di Rovigo verso un piccolo grande polo di attrazione turistico e di cultura.L’ambizione che coltiviamo resta quella di città capitale della cultura. Non è praticabile da qui al 2024, perché stando al bando ministeriale ci sono tutta una serie di cose da fare, che i due anni di pandemia ci hanno impedito di portare a termine. Questo progetto è stato quindi messo nel cassetto”.
A livello di Anagrafe il Comune ha predisposto un progetto di ristrutturazione interna degli uffici, sia per migliorare gli ambienti, renderli più vivibili, rispettare la privacy, “Questo sia per quello che riguarda la parte aperta al pubblico sia per quello che attiene gli sportelli destinati alla cittadinanza. I rodigini lamentano tutta una serie di difficoltà che gli uffici ospitati in palazzo Nodari hanno a causa della storicità dell’edificio. Sono arrivate in aprile due nuove risorse, che consentiranno di smaltire buona parte del pregresso. Saranno uffici più informatici e digitalizzati”.
Sul fronte dell’istruzione, le principali criticità sono da una parte il rapporto e la chiusura della collaborazione con le scuole dell’infanzia paritarie della Fism, che ha durata biennale. “Ci siamo confrontati e siamo sulla buona strada. Anche per contrastare la denatalità, calo demografico che riguarda tutto il Polesine e ovviamente anche Rovigo. Il capoluogo polesano stando a dati non ancora ufficiali si attesta sui 50mila abitanti. Il calo demografico è però in proiezione e il numero di nascite avuto negli ultimi anni, ci fa stimare che nei prossimi anni ci sarà un calo pazzesco della popolazione studentesca, che implicherà innesti significativi di centinaia di unità e tagli importanti. Nel tempo lo spopolamento della provincia, il calo drastico delle nascite, le generazioni produttive 25-40 anni che stanno sempre più emigrando (lavorano e creano la loro famiglia altrove). E’ evidente che il Polesine è poco appetiva e attrattiva a livello di professioni e di qualità della vita. Anche istituti comprensivi che incontrerò a breve, visto che anno scolastico si sta per concludere, con tutto quello che si può fare per migliorare la qualità delle scuole, con bando per il trasporto scolastico rivolto ai ragazzi con disabilità. Lavorare in rete, collaborando con tutte le realtà che vivono in un certo settore. Compreso il Cur”.
Infine, Bagatin analizza la situazione di Rovigo. “Va fatto un ragionamento macro e uno micro. Sono cambiate delle condizioni generali a livello nazionale e internazionale, su quelle che erano le condizioni, specie in Italia, prima della crisi del 2007. Tutti i posti di lavoro persi non sono stati più recuperati. La ripresa di un’emigrazione importante su scala sociale, sia a chi ha voluto andare via sia a chi è stato costretto a farlo. Fenomeno mondiale a più riprese. Il mercato del lavoro si è completamente trasformato e non siamo più tornati ai livelli di occupazione. Questo ha significato per noi un tornare indietro, avendo gli effetti di una guerra, perdendo il tessuto del tessile e del manifatturiero. Per quanto la politica possa essere stata più o meno lungimirante, era difficile fermare tutto questo. Ci sono stati tutta una serie di mancati provvedimenti e decisioni che hanno portato al depauperamento del Polesine e di Rovigo che non è stata messa al centro di decisioni importanti, evitando le scelte anche a livello regionale. Rovigo è stata confinata in una sorta di cono d’ombra. La responsabilità è di tipo istituzionale. Queste non scelte di 30 anni fa hanno portato anche alla situazione attuale. In questo momento si fa come i salmoni: si sta risalendo una corrente molto impetuosa. Rovigo è la locomotiva che deve trainare tutto il resto della provincia, con uno sforzo ingente”.
Ruggero Principe