Un fenomeno curioso a iniziare dalla fluidità con cui sfugge ai generi

Christian, l’eroe dei due mondi. Se dieci anni fa ci avessero detto che Sky – quella di “Romanzo criminale” e Gomorra – avrebbe prodotto una serie con protagonista un picchiatore a cui vengono le stimmate difficilmente ci avremmo creduto.
Giunto alla seconda stagione su Sky e Now, “Christian” prodotto con Lucky Red è un fenomeno curioso a partire dalla fluidità con cui sfugge ai generi. È crime (la serie è ambientata in un microcosmo della periferia romana che ricorda le Vele di Scampia) è paranormale (il protagonista è un coatto dai poteri messianici) ed è commedia (nei nuovi episodi c’è un gran bell’omaggio a Nino Manfredi) ma più di tutto “Christian” è una serie italiana che di italiano ha molto e molto poco.
Una serie che di italiano ha molto ma anche molto poco
Ed è proprio per questo che cattura la nostra attenzione: riesce a restare in equilibrio tra la componente ultraterrena della lotta tra il bene e il male e quella – molto terrena – della comicità.
“Sulla testa di Christian grava il peso del potere, all’inizio di questa seconda stagione” spiega il protagonista Edoardo Pesce, che continua: “Fortunatamente c’è Rachele che lo indirizza verso le scelte giuste”. Silvia D’Amico, che a maggio rivedremo su Sky nella seconda stagione di “A casa tutti bene”, torna nei panni di Rachele, ex tossicodipendente redenta dai poteri di Christian. “Rachele, come molte donne, ha una visione di insieme e proprio per questo è in grado di gettare il cuore oltre la staccionata e di sognare un mondo migliore,” afferma Silvia D’Amico.
Il segreto del racconto sta nel libero arbitrio e nel patto sociale di Hobbes
Il segreto è la filosofia di cui la serie è intrisa. Più che “Il miracolo”, altra produzione cristologica targata Sky, pensate al “Lost” del libero arbitrio e del patto sociale di Hobbes, che nel caso di Christian diventa un’utopia di borgata. La serie è stata venduta in 50 Paesi all’esterno, risultato non indifferente se si pensa che i prodotti seriali nostrani più esportati sono stati “La Piovra” e “Gomorra”. Nel cast capitanato da Edoardo Pesce, Claudio Santamaria e Laura Morante, spiccano Silvia D’Amico e Antonio Bannò.
Paolo Di Lorenzo