“Credevo che dopo un consiglio comunale che ha bocciato ogni proposta per salvare Iras e tutelare i posti di lavoro e gli anziani ospiti, la priorità sarebbe stata quella di rimettersi al lavoro per cercare una soluzione, ma mi sbagliavo”
“Difficile immaginare uno spettacolo più triste di un sindaco che, il giorno dopo essere uscito dal consiglio comunale sbattendo la porta, “infastidito” dai lavoratori di Iras che osavano manifestare preoccupazione per il proprio futuro lavorativo, come priorità ha quella di lanciare messaggi intimidatori alla propria maggioranza, minacciando per la terza volta in quattro anni le dimissioni se “non fanno tutti come dice lui”, invece di mettersi al lavoro per cercare di salvare la grande casa di riposo pubblica di Rovigo”.
La critica arriva da Michele Aretusini, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Rovigo. “Credevo che dopo un consiglio comunale che ha bocciato – come del resto il sindaco voleva accadesse – ogni proposta per salvare Iras e tutelare i posti di lavoro e gli anziani ospiti, la priorità sarebbe stata quella di rimettersi al lavoro per cercare una soluzione ulteriore, percorribile, che eviti il fallimento e allontani il rischio di privatizzazione di una struttura pubblica che non solo fornisce un servizio essenziale, ma costituisce anche una eccellenza”.
“Purtroppo mi sbagliavo. Il giorno successivo a quella che potrebbe essere, se non si agisce in fretta, la sentenza di morte per Iras, il sindaco pretende di ricatapultare, per l’ennesima volta, la città nell’assurdo teatrino delle beghe tra civici e Pd, quasi che la priorità fosse davvero quella, non salvare l’ente e i posti di lavoro. Una monomania, un “io, io, io”, quello del primo cittadino, che fa passare del tutto in subordine l’attenzione al “noi” sul quale si fonda – o dovrebbe fondarsi – una comunità”.
“Per la terza volta in un mandato, il sindaco torna ad agitare lo spettro delle dimissioni se la sua maggioranza non lo segue, ingessando una città in beghe, asti e ritorsioni delle quali, onestamente, non interessa nessuno. Se questo è ciò che questa amministrazione intende per governare, forse, davvero, un passo indietro potrebbe essere la scelta più opportuna”.