giovedì, 21 Settembre 2023
 
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Vicenza, l’ex pista dell’aeroporto Dal Molin può diventare un’arena eventi per 30mila persone

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Ma i problemi per realizzare questo obiettivo all’ex aeroporto non mancano

La pista dell’ex aeroporto Dal Molin com’è oggi. Si vede ancora la striscia bianca che serviva a guidare gli aerei

Doveva essere la compensazione per i vicentini per la costruzione della caserma Del Din sui terreni dell’ex aeroporto. E lo sarà, questo è fuori discussione. Sui tempi c’è già meno certezza. Perché la nuova amministrazione comunale spiega che “non c’è uno straccio di piano di gestione” del parco della Pace. Parole del sindaco, pronunciate con nettezza di fronte ai giornalisti convocati per un sopralluogo.

Alla decima volta che gli domandano “Quando sarà aperto il parco della Pace?” il sindaco smette il dribbling che aveva ingaggiato da un’oretta con i giornalisti – e che avrebbe ubriacato su un campo da calcio vero anche Messi – si stringe nelle spalle sibilando due parole: “Appena possibile”. Era partito da un “sarebbe irresponsabile aprirlo adesso” toccando di sguincio un “ci stiamo lavorando”, e stoppando le obiezioni con un “non possiamo compiere un azzardo”. Insomma, per questa estate non se ne parla. Poi viene l’autunno e… ne varrebbe la pena?

L’immagine dell’area dell’ex pista che è vicina alla base americana Del Din

La curiosità riguarda, fra l’altro, anche l’ex pista dell’aeroporto. Ha ancora la linea bianca centrale che serviva ad atterraggi e decolli. Tutto lo spazio, davvero enorme, diventerà l’area eventi. Lunga 800 metri e larga cento, davvero può avere spazio a volontà. Era previsto, ma è la prima volta che si vede da vicino. Ci potranno stare anche trentamila persone, spiegano i tecnici. Facile pensare a maxi concerti di musica. C’è da studiare, però, il modo per farci arrivare (e andarsene) migliaia di persone e auto.

Altro nodo da sciogliere, che consiglia prudenza sui tempi. E infatti il sindaco Possamai è prudente perché sa di trovarsi su un terreno (amministrativo) scivoloso a onta dell’afa del periodo, perché la polemica non solo è in agguato ma s’è materializzata sul parco da cinque anni.

Il punto il sindaco l’ha fatto assieme all’assessore Leone Zilio e ai due responsabili tecnici, l’ing. Roberto Scalco e il direttore dei procedimenti dell’Ufficio tecnico l’avv. Gian Luigi Carrucciu. La sostanza è che il parco di 68 ettari – che alla fine costerà attorno ai 12 milioni – non si presenta affascinante: l’erba è alta, le acque pullulano di zanzare, infine la giornata caldissima gioca a sfavore. Però l’azienda che ha vinto l’appalto ha svolto il suo compito: a fine giugno si stimava che mancano, in sostanza, un paio di mesi alla fine dei lavori.

Spiega Carrucciu che sono tre fondamentalmente i problemi aperti: installazione dei bagni chimici, sfalcio, segnaletica orientativa.

Premesso che, secondo il sindaco, qualche apertura a spot è possibile, quello che davvero manca è un’idea sul modello di gestione: su questo fronte Possamai spiega chiaramente che “siamo al punto zero”. Lui sta studiando e sta guardando anche ad altre esperienze, fermo restando che il parco della Pace è un unicum.

Uno dei nodi da sciogliere riguarda a manutenzione, che è carico dell’azienda che sta lavorando e oscilla da 36 a 60 nesi, cioé da 3 a 5 anni.

C’è un altro problema: ripristinare, per quanto possibile, il giardino centrale che era una delle migliori idee dell’architetto Zagari, uno dei padri del parco, scomparso improvvisamente qualche giorno fa. Ma, per definire un modello di gestione, si tratta di definire anche il “senso strategico” del parco. “Se hanno cancellato quel giardino – sottolinea il sindaco – si vede che per loro il parco senso ne aveva poco”.

 

 
 
 

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