Le due scuole di Bovolenta contano 173 iscritti mentre a Casalserugo gli alunni sono 435 e a Maserà circa 770
L’amministrazione comunale ha fatto la sua scelta e ora la parola passa alla Regione, l’iter è ormai avviato e se andrà come previsto le scuole primaria “Radice” e media “Sibiliato” passeranno dal prossimo anno scolastico dall’Istituto comprensivo di Casalserugo a quello di Maserà. Una decisione che l’amministrazione comunale di Bovolenta ha preso nel corso dell’estate e formalizzato prima dell’inizio delle lezioni.
La giunta ha dunque inviato la proposta di cambio di istituto alla direzione formazione e istruzione della Regione. Ma perché questa scelta e perché proprio Maserà? “La Regione lo scorso anno ha fissato le nuove linee guida per gli istituti scolastici – spiega il sindaco Anna Pittarello – e il passaggio a Maserà, visti i numeri esegui, permetterebbe di creare un istituto comprensivo più grande, come stabilito dalla nuova normativa. Bisogna cercare di unire le forze per avere un istituto che funzioni ed essere più competitivi. E’ fisiologico quindi unirci con Maserà, i tempi sono stretti perché andava deliberato entro il 16 settembre”.
Il sindaco sottolinea come il dimensionamento scolastico viene deciso dalla Regione per ridurre i costi. rimandando alla linee guida regionali e alla segreteria dell’istituto comprensivo. Nella delibera la giunta “ritiene necessario, in considerazione del numero totale degli alunni dell’istituto comprensivo di Casalserugo e dei dati sull’andamento demografico del comuni di Bovolenta e Maserà, di prevedere il passaggio necessario a garantire l’autonomia dell’istituto in un prospettiva di medio e lungo termine, fermo restando che non si modifica il numero di plessi nei rispettivi comuni”.
Scendendo nel dettaglio dei numeri, le due scuole di Bovolenta contano 173 iscritti mentre a Casalserugo gli alunni sono 435 e a Maserà circa 770. Nelle prossime settimane il Comune di Maserà dovrà fare una delibera di accettazione dell’accorpamento delle scuole di Bovolenta. A Casalserugo intanto il sindaco Matteo Cecchinato prende atto della scelta e guarda al futuro dell’organizzazione scolastica sul territorio. “Bovolenta ha deciso in autonomia di prendere la propria strada- afferma Cecchinato -e di deliberare prima degli altri comuni. Una riorganizzazione scolastica è necessaria ma avevamo tutto il tempo di coordinarla diversamente, in ogni caso rispettiamo questa decisione. A Casalserugo per il momento non abbiamo nemmeno un problema immediato rispetto al numero minimo oltretutto in aumento, dall’infanzia alle medie. Quest’anno a Ronchi abbiamo fatto una prima senza il pluriclasse come gli anni scorsi. In ogni caso dovremo coinvolgere altri istituti, come Legnaro, per arrivare ai 1.500 iscritti che consentano di raggiungere le dimensioni ottimali per tenere i docenti e i dirigenti. La Regione inoltre prenderà una decisione che sia migliorativa per l’organizzazione scolastica dell’intero territorio”.
L’opposizione non condivide: “Sorpresa poco piacevole”
“La politica ci ha spesso abituato a sorprese poco piacevoli al rientro dalle vacanze. Quest’anno anche Bovolenta non è da meno”. Con queste parole il gruppo consiliare di opposizione SiAmo Bovolenta commenta la decisione della giunta sul cambio di istituto comprensivo.
“Dopo aver alimentato negli ultimi anni un conflitto sempre più aspro – affermano i consiglieri di minoranza – tra amministrazione comunale e istituto comprensivo, strumentalizzando a questo scopo anche le legittime istanze dei genitori, senza nessun coordinamento territoriale, senza una programmazione, senza una condivisione con il territorio, la Giunta ha deciso di staccare Bovolenta dall’Istituto Comprensivo di Casalserugo di cui ha fatto parte negli ultimi 19 anni. Questa amministrazione non ha ritenuto di dover spiegare che dal prossimo anno, si rischia di smembrare (anziché lavorare per farlo funzionare meglio) l’istituto comprensivo, perdendo l’indirizzo musicale e rischiando di perdere la continuità di insegnanti e progetti (con buona pace delle “battaglie” dei genitori) per ragioni che nulla hanno a che fare con il bene dell’istruzione dei nostri ragazzi”.