Questura e Biennale insieme contro la violenza. Lanciato un concorso per le scuole a partire dall’installazione fotografica “Linea Interrotta” dell’artista veneziano Michele Tombolini
Si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’installazione fotografica “Linea Interrotta”, opera dell’artista veneziano Michele Tombolini e della open call diretta alle scuole della città di Venezia indetta e realizzata dalla Questura e dalla Biennale Educational per sensibilizzare gli studenti sul tema della violenza nei confronti di tutte le vittime vulnerabili.
Per ciò che concerne l’opera, l’installazione fotografica, opera monumentale di 40 metri quadrati, ritrae il mezzobusto di un ragazzo di 12 anni con la bocca ‘tappata’ da una X, simbolo grafico ricorrente nei lavori dell’artista con cui Tombolini simboleggia la difficoltà per le vittime di esprimersi e di denunciare la violenza.
Per sottolineare ulteriormente il messaggio dell’abuso, l’artista ha inserito l’impronta nera di una mano sul petto del ragazzino qui rappresentato con gli occhi pixellati in rispetto e a tutela dell’anonimato delle vittime adescate nel web.
Con quest’opera l’artista Michele Tombolini vuole affrontare le tematiche estremamente attuali della violenza contro le vittime vulnerabili, della violenza di genere e dell’abuso e dell’adescamento di minori tramite internet, cercando però al contempo di infondere nell’osservatore un messaggio di speranza universale e di rinascita.
il Direttore de “La Biennale di Venezia”, dottor Roberto Cicutto, ha quindi illustrato il concorso dal titolo “OPEN CALL FOR IDEAS Michele Tombolini” collegato al progetto dell’artista e finalizzato a sensibilizzare i giovani sulla tematica della violenza nei confronti di tutte le vittime vulnerabili.
Per informazioni sul progetto didattico, è possibile contattare l’indirizzo promozione@labiennale.org.
I commenti
Dal punto di vista artistico il Curatore del progetto è il professor Pasquale Lettieri, profondo conoscitore della filosofia artistica di Michele Tombolini: ‘la spettacolare opera è tutta consegnata alla segretezza del volto innocente e invisibile della figura ritratta. L’artista – ricorda il critico – impone una linea di rispetto del corpo infantile, senza mai essere catturato dalla morbosità, cosa che oggi appare con maggiore evidenza, nel nostro contorto universo in cui sessuomania e sessuofobia si scontrano in una arena mediatica che coinvolge la realtà e la virtualità, in una contaminazione, che compromette il discernimento e alimenta tanti tipi di pruderie che niente hanno a che fare con l’arte e la civiltà’.
Michele Tombolini sceglie di trattare questo tema perché ‘sono da sempre sensibile alle tematiche sociali e ritengo che quella della pedofilia sia una piaga da affrontare ed arginare con tutti i mezzi possibili. L’arte, oltre a rappresentare il bello deve avere, a mio avviso, una valenza sociale. È uno strumento potente in grado di scardinare le coscienze, uno strumento per contrastare anche gli aspetti più drammatici della società moderna.
Ringrazio il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ed il Questore di Venezia per aver deciso di supportare e sostenere questo progetto. Il mio vuole essere un piccolo, ma spero importante, contributo alla lotta che quotidianamente affrontano per garantire un futuro sicuro alle nuove generazioni’.
Gaetano Bonaccorso, Questore di Venezia ha sottolineato come la scelta fortemente condivisa con l’artista Michele Tombolini e con la galleria internazionale d’arte Cris Contini Contemporary, promotori del progetto “Linea Interrotta”, di installare l’opera d’arte su una parete esterna della Questura di Venezia, abbia lo scopo di rafforzare ulteriormente il messaggio dell’artista essendo la Polizia di Stato da sempre in prima linea con i suoi uomini nella prevenzione e nel contrasto ad ogni forma di violenza e di condotta criminale, in particolare nei confronti dei minori e delle persone vulnerabili, rappresentando, per tale motivo, un costante punto di riferimento sicuro per tutti i cittadini.
“La preziosa collaborazione con “La Biennale di Venezia” e “La Biennale Educational” inoltre, nasce con l’intento di creare un lavoro sinergico tra scuola ed istituzioni, in particolar modo in chiave preventiva, fornendo ai giovani gli strumenti di conoscenza per la tutela personale e/o delle vittime di violenza, affinché la sensibilizzazione sociale dei giovani sul tema della violenza nei confronti di vittime vulnerabili, del bullismo e cyberbullismo e della violenza di genere, concorra a ricostruire un messaggio corretto in tutte le relazioni sociali”.
Ed ancora: “la legalità non può esaurirsi in una mera azione meccanicamente punitiva ma deve rivolgersi, attraverso un’attenta opera di ascolto, a ristabilire e sviluppare un atteggiamento che possa permettere, sia agli autori di violenza che alle vittime, di instaurare rapporti sani sulla base dell’uguaglianza e del rispetto. È questa la chiave di volta se si vogliono raggiungere risultati significativi per la crescita ed il miglioramento di tutta la società”.