Al via il progetto Sfera promosso in via sperimentale dalla casa di riposo Francescon di Portogruaro. Coinvolti una ventina di pazienti
Operatori sanitari professionisti della casa di riposo Ipab Francescon di Portogruaro a casa dei malati di Alzheimer. Possibile grazie a una donazione, il progetto avrà una durata sperimentale di due anni. E’ partito in concomitanza con la Giornata mondiale contro l’Alzheimer, che si è celebrata il 21 settembre.
L’obiettivo del progetto è raggiungere i malati di Alzheimer direttamente a casa, supportando non solo gli anziani, ma anche i familiari. L’iniziativa è stata denominata “Sfera”, acronimo di Servizi alla Famiglia: Educazione e Riabilitazione per l’Alzheimer. Sarà realizzata con i fondi destinati a progetti domiciliari della Residenza Francescon in memoria di Giovanna Maccaferri.
Si tratta di un’iniziativa sperimentale che vedrà coinvolti 20 malati di Alzheimer sul territorio portogruarese. Rappresenta una vera possibilità di risposta ai bisogni domiciliari della persona malata di demenza e della propria famiglia. Il progetto SFERA si realizzerà attraverso un percorso di dieci accessi a domicilio da parte di professionisti della Residenza Francescon per permettere alla famiglia di gestire al meglio le problematiche legate alla malattia individuando, in modo personalizzato, degli obiettivi specifici.
Progetto Sfera, previsti interventi di stimolazione e riabilitazione del paziente

L’attività si declinerà, infatti, in interventi di stimolazione e riabilitazione per il malato nonchè in interventi psico-educazionali rivolti al familiare su come approcciarsi al proprio caro nelle criticità e supporto psicologico per gestire lo stress assistenziale.
«Con il progetto SFERA – spiega la presidente dell’Ipab Caterina Pinelli – la Residenza Francescon mette al centro il malato e la sua famiglia, che sarà sostenuta e supportata per affrontare le difficoltà della convivenza con la demenza. Riteniamo che questa attività sia fondamentale per migliorare la qualità di vita del malato e della famiglia e auspichiamo che questo progetto sperimentale, finanziato con i fondi ricevuti dall’ente in memoria di Giovanna Maccaferri, possa essere inserito tra le attività previste e garantite e a tutti nella programmazione socio sanitaria».