mercoledì, 4 Ottobre 2023
 
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Contaminazione da diossine vicino a Porto Marghera: Guarda (EV) e Baldin(M5S) presentano l’indagine ISDE

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Presentati da Guarda (EV) e Baldin (M5S) i primi risultati dell’indagine indipendente a cura del coordinamento comitati e associazioni No Inceneritore Fusina, con il supporto scientifico di ISDE

Le consigliere regionali Cristina Guarda (Europa Verde) ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) hanno presentato ieri mattina a Venezia, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede del Consiglio regionale del Veneto e alla quale hanno aderito i Consiglieri Andrea Zanoni (Partito Democratico), Arturo Lorenzoni (Gruppo misto) ed Elena Ostanel (il Veneto che Vogliamo), i primi risultati dell’indagine indipendente a cura del coordinamento comitati e associazioni No Inceneritore Fusina, con il supporto scientifico di ISDE, sulla contaminazione da diossine, PCB e Pfas in campioni di uova di gallina provenienti dai territori limitrofi al SIN di Porto Marghera.

I dati sono stati illustrati da Vitalia Murgia (di ISDE – International Society of Doctors for the Environment – Medici per l’Ambiente), Mattia Donadel e Franco Rigosi (coordinamento No Inceneritore Fusina), e Sebastiano Bergamaschi (Friday for Future).

“È nostra responsabilità portare all’attenzione della Regione del Veneto una serie di elementi che sono stati presentati oggi dai comitati e dalle associazioni – ha sottolineato la Consigliera Guarda, che ha introdotto la conferenza stampa – ovvero, innanzitutto l’elemento della trasparenza, su tutti i dati di contaminazione relativi a questa zona; e poi, una valutazione oggettiva dei nuovi e dei vecchi impianti, chiedendo di fermare qualsiasi valutazione relativa a impianti che possono aumentare il carico di esposizione sanitaria; di interloquire con gli enti di ricerca per avviare nuove indagini finalizzate alla prevenzione e ad aiutare i cittadini a non subire le conseguenze negative sulla salute. L’attenzione è rivolta anche alle sostanze perfluoroalchiliche, e la necessità anche in questo settore è quella di fare squadra riconoscendo che oggi in Veneto, e non solo, abbiamo il problema della gestione delle contaminazioni emergenti: la politica non può essere attenta solo alle procedure tradizionali, ma deve anche essere coraggiosa e fornire limiti e indicazioni chiare. La prevenzione dev’essere l’attività politica per eccellenza perché, se si vuole servire la cittadinanza, si deve garantire non solo l’aspetto economico, ma anche la sicurezza e la salute dei cittadini, in special modo dei bambini, i più esposti, come emerge dai dati illustrati nel biomonitoraggio”.

“L’area inquinata di Porto Marghera è estesa – ha sottolineato la Consigliera Baldine non riguarda solo quella specifica zona: è estesa, e numerosi sono gli elementi che determinano il grado di inquinamento di quest’area. Questa considerazione suona come un campanello d’allarme, in particolare per la politica; già in passato avevo sollecitato la Giunta ad effettuare biomonitoraggi preliminari all’avvio di tutti i nuovi inceneritori che la Regione del Veneto è pronta ad autorizzare. Contrariamente alle indicazioni che provengono anche dall’UE, noi continuiamo ad incenerire rifiuti e ciò provoca danni alla salute, in particolare a quella dei bambini, e di questo la Regione deve farsi carico”.

I rappresentati dei comitati, di seguito, hanno illustrato i dati del biomonitoraggio. “Si tratta – ha precisato Donadel – di monitoraggi effettuati su 4 campioni di uova – prodotti che bene si prestano allo studio in argomento perché accumulano facilmente le sostanze oggetto della rilevazione – provenienti da quattro aree ben precise, ovvero Malcontenta Sud, nel comune di Mira, Marghera, Villabona e Oriago. È chiaro che 4 rilevazioni non sono sufficienti, ma consentono comunque di ricavare indicazioni importanti e gli esiti meritano di essere approfonditi, tenuto conto anche degli esiti emersi da uno studio Arpav che aveva già rilevato la presenza, tra l’altro, di diossine nei suoli del Veneto. Si tratta di uova destinate all’autoconsumo, da galline che razzolano all’aperto e che consumano acqua di rete o di falda. E da questi dati emerge che, in alcuni casi, i limiti alla presenza degli inquinanti nelle uova vengono superati da 2 a 5 volte rispetto ai limiti previsti dalla legge, mentre in altri casi questi limiti non vengono superati, ma sono comunque presenti in maniera rilevante”.

“Questi dati – ha sottolineato Rigosi – aggiungono un ulteriore elemento di preoccupazione rispetto alla situazione di un territorio che già da anni vive una condizione drammatica dal punto di vista ambientale, dovuti ad esempio all’inquinamento dell’aria, che da 15 anni supera i limiti ammissibili fissati dall’Europa; uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità ha dimostrato che nel territorio di Venezia insorgono tumori, malattie cardiocircolatorie e correlate all’inquinamento in misura più volte, da due a tre, superiore alla media del Veneto, che già è più alta del 20% rispetto alla media nazionale. Ci sentiamo cittadini ‘di sacrificio’ e sembra che tuttavia questo dato non interessi”.

“È il mix di sostanze il vero pericolo – ha evidenziato Murgia – perché ogni impianto aggiunge elementi di complessità e di sostanze pericolose a quelle esistenti. Nei bambini questo mix è particolarmente evidente, stante la corporatura differente rispetto a quella dell’adulto, dove le sostanze sono meno concentrate. In via generale, è necessario un cambio di paradigma: dal controllo a posteriori bisogna passare al controllo a priori dei rischi, studiando le misure anticipatrici. Vanno superati i modelli curativi basati sul principio “Chi inquina paga” oppure sul principio di mera prevenzione; va invece promosso il principio di precauzione, ovvero la valutazione scientifica preliminare che rileva i ragionevoli motivi di preoccupazione sugli effetti potenzialmente pericolosi sull’ambiente, sulla salute umana, animale o vegetale, di una determinata sostanza o pratica ambientale”.

“Essere presenti nella sede del Consiglio veneto in una giornata come quella di oggi, una giornata di mobilitazione, la giornata di azione globale per il clima – ha aggiunto Bergamaschi – è importante perché abbiamo la possibilità di affermare anche nelle sedi istituzionali le nostre battaglie. Non solo ci opponiamo agli inceneritori, giusto per fare un esempio, ma vogliamo dimostrare, alla luce dei dati derivanti da studi come questi, che è necessario invertire la rotta: è il momento di agire”.

 
 
 

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