Funzionano i progetti con Ponte San Nicolò, Bagnoli di Sopra e Montegrotto Terme
Nelle settimane in cui l’emergenza migranti ha interessato direttamente il Padovano, la città propone un bilancio di come l’accoglienza sia stata pianificata già da tempo con lungimiranza. In principio è stato lo Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati). Era il 2016 quando il Comune di Piove di Sacco, in accordo con Ponte San Nicolò, Rubano e Bagnoli di Sopra, ha deciso di presentare richiesta di finanziamento per questa tipologia di accoglienza che prevedeva la gestione diretta, tramite i Servizi sociali, di un totale di 50 adulti maschi da inserire in strutture dipiccole dimensioni e appartamenti ubicati nei quattro Comuni aderenti. Nel 2017, a seguito dell’approvazione del finanziamento, Bagnoli di Sopra ha fatto un passo indietro ed è stato sostituito da Montegrotto Terme.
Il Comune piovese ha fatto da capofila per il biennio 2016/17 e per il successivo progetto Siproimi (Sistema per titolari diprotezione internazionale e minori stranieri non accompagnati) che è stato completato nel triennio 2018/2020. Dal 2021 la titolarità è passata a Montegrotto Terme con il progetto Sai (Sistema diaccoglienza e integrazione) tra il 2021 e il 2023 e recentemente è stata presentata una nuova progettazione, che vede coinvolti sempre i 4 Comuni. I beneficiari in città sono stati accolti in un’abitazione di Corte per una disponibilità di 10 posti, con la gestione operativa affidata attraverso gara pubblica alle cooperative Città Solare e Porto Alegre.
Dal 2016 a Piove di Sacco sono state accolte in tutto 60 persone (dai 19 ai 48 anni), 8 delle quali sono presenti in questo momento. Il tempo medio di permanenza è stato di 336 giorni, con un minimo di 46 giorni e un massimo di 832 giorni. Le nazionalità più rappresentate sono state quelle dell’Afghanistan (18) e del Pakistan (12), poi la Nigeria (7), il Mali (5), la Costa d’Avorio (4). Sono stati accolti anche cittadini provenienti da Gambia, Guinea, Senegal, Bangladesh, Benin, Burkina Faso, Egitto, Niger e Venezuela.
Sempre a Piove di Sacco esiste anche un esempio di accoglienza “prefettizia”. Dall’aprile del 2022 la casa canonica della parrocchia di San Paterniano, nella frazione di Tognana, è stata messa a disposizione per l’accoglienza prefettizia per alcune famiglie ucraine fuggite dai territori colpiti dalla guerra. Durante questi mesi hanno trovato accoglienza complessivamente 7 donne con i loro figli, tutti compresi tra i 2 e i 16 anni. Il servizio è gestito dalla cooperativa sociale “Eleison”, selezionata dalla Caritas diocesana e incaricata dalla Prefettura. L’ente provvede al sostentamento degli ospiti e alle spese relative alle utenze, oltre a destinare alla parrocchia un piccolo canone mensile. Preziosa è la collaborazione poi di una signora, di origini ucraine e che da tanti anni vive nella frazione, per il continuo servizio di traduzione e vicinanza. La disponibilità di alcuni genitori della comunità ha reso possibile il trasporto scolastico dei ragazzi e diversi tentativi di integrazione con la lingua, il lavoro e alcune uscite.
Alessandro Cesarato