giovedì, 7 Dicembre 2023
 
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Jesolo, il mare svela i suoi segreti custoditi nei relitti

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Presentati i primi risultati di un’indagine archeologica subacquea, promossa dalla Soprintendenza insieme al Comune di Jesolo

Il mare tra Jesolo ed Eraclea sta iniziando a svelare alcuni segreti che custodiva da tempo. Sono stati presentati i risultati preliminari di un’indagine archeologica subacquea condotta su un relitto che giace sul fondale vicino alla costa del Mort. Finanziata dal Comune di Jesolo, la ricerca ha visto impegnati gli archeologi e i tecnici subacquei che, diretti da Alessandro Asta (Soprintendenza ABAP Venezia metropolitana), hanno ispezionato i resti del naufragio, appartenente verosimilmente ad una nave militare della seconda metà del XIX secolo.

A seguito della scoperta di un secondo relitto (oltre alla Cannoniera) giacente di fronte a Cortellazzo, grazie alla sensibilità dell’Amministrazione jesolana, la Soprintendenza ha proposto l’avvio di una collaborazione finalizzata non solo a comprendere meglio la natura del relitto, ma anche a porre le basi per un progetto di archeologia costiera dedicato alla conoscenza, tutela e possibile valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo di questo tratto di Adriatico.

Il lavoro condotto sul relitto, completato all’inizio di quest’anno, ha previsto la realizzazione di un primo inquadramento topografico, pulizia, raccolta dei materiali sporadici e, soprattutto, l’esecuzione di un saggio di scavo archeologico in una porzione dello scafo, al fine di raccogliere ogni utile informazione sulle caratteristiche tecniche, sulle dimensioni effettive e sulla “potenza stratigrafica” residua.

Indagini subacquee, ecco la cronistoria delle ricerche

L’efficacia delle nuove operazioni è stata resa possibile anche dalle informazioni preliminari già a disposizione, risalenti sia all’epoca della scoperta (2014) sia agli anni successivi. Infatti, la Soprintendenza negli scorsi anni ha disposto l’esecuzione di sopralluoghi periodici sul relitto, soprattutto a fini di una prima conoscenza e tutela, coordinandosi con il competente Ufficio Circondariale Marittimo di Jesolo per l’emissione di una specifica ordinanza.

Le attività svolte tra il 2014 e il 2021, con il supporto sia dell’Arma dei Carabinieri (Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia) sia del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (équipe del prof. Carlo Beltrame), avevano permesso di determinare che il relitto, lungo circa 40 m e largo 10m, è composto dai resti di uno scafo in legno rivestito di lamina in rame e che, verosimilmente, apparteneva ad una imbarcazione di tipo militare inquadrabile cronologicamente tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo. Dal relitto era già stata prelevata un’elsa di sciabola da abbordaggio.

Nel corso del progetto Underwater Muse, nel 2020, un team di Ca’ Foscari coordinato dal prof. Beltrame era tornato sul relitto verificandone lo stato di conservazione e procedendo ad un rilievo speditivo, durante il quale era emersa anche una porzione della pompa di sentina ed altre tubature in piombo, oltre ad abbondante chiodagione appartenente allo scafo.

Indagini subacquee, le prospettive future

Nel corso della campagna 2023, oltre a nuove attività di rilievo, si è proceduto ad identificare alcuni punti d’interesse del relitto, compatibilmente con le difficoltà derivanti dalla copertura sabbiosa, e a realizzare un saggio di scavo trasversale all’asse ideale della nave, che ha consentito di attribuire i resti visibili ad una delle due fiancate del vascello mentre non vi sarebbe traccia visibile della chiglia. Sono stati individuati numerosi reperti, sia all’interno che all’esterno del relitto, appartenenti alle dotazioni di bordo ma solo alcuni frammenti di porcellana inglese del XIX secolo sono stati recuperati. Il saggio di scavo è stato poi chiuso e protetto.

Per gli esperti, “la prospettiva di poter indagare i resti di un relitto apparentemente della stessa epoca della Cannoniera apre scenari di estremo interesse non solo per la ricostruzione specifica dei fatti occorsi in Adriatico nella storia recente ma anche per una potenziale e rinnovata sensibilità pubblica nei confronti di un patrimonio culturale “doppiamente invisibile” quale è quello subacqueo”.

“La sinergia fra Enti locali, Ministero della Cultura e Università, nel rispetto reciproco dei ruoli e degli obiettivi, potrà certamente produrre risultati di estremo rilievo per il territorio, giovando all’offerta di ambito culturale disponibile sia per i residenti che per gli importanti flussi turistici annuali”, concludono gli esperti.

 
 
 

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