mercoledì, 29 Novembre 2023
 
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Morte Modenese, Ulss 3: “Piena fiducia nelle indagini degli Organi giudiziari”

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Il 45enne di Pellestrina Bruno Modenese è morto il 19 settembre scorso, dopo due giorni di ricovero all’ospedale Civile.

Due addetti alla sorveglianza dell’Ospedale Civile  di Venezia sono ora indagati con l’ipotesi di omicidio preterintenzionale per la sua morte.

Bruno Modenese doveva essere ricoverato in psichiatria, ma il giorno dopo era stato trasferito in coma in terapia intensiva. Poi il decesso.

La nota dell’Ulss 3

“Mentre si svolgono le verifiche e le indagini sul decesso del paziente Bruno Modenese, l’Ulss 3 Serenissima evidenzia come ogni suo operatore sanitario, ancor più se agisce nell’ambito dell’emergenza urgenza, nell’ambito pediatrico, nell’ambito psichiatrico e nell’ambito neuropsichiatrico, è formato e preparato alla gestione di pazienti fragili che, con le loro azioni, possono risultare in particolari circostanze, dovute alla loro patologia, un pericolo per sé stessi e per gli altri, ed è in grado quindi di aderire a tutte le linee guida nazionali e internazionali in merito alla gestione dei pazienti complessi nei propri luoghi di cura. Si tratta di protocolli di tutela e sicurezza del paziente fragile mirati a disinnescare l’escalation di criticità sia verbale che fisica nei confronti di sé stessi, o degli altri pazienti, o dei sanitari”.

“Ogni professionista dell’azienda sanitaria – continua – è tenuto a rispettare questi protocolli e a relazionare su ogni episodio di gestione di situazioni di crisi dei pazienti, che avvengono quotidianamente nei cinque ospedali dell’Ulss 3 e che vengono abitualmente risolti con tempestività, pazienza e professionalità”.

Si legge ancora: “Per questi motivi, in merito al decesso del paziente Modenese, l’Ulss 3 si rimette con fiducia alle valutazioni della Magistratura, a cui consegnerà anche gli esiti delle verifiche effettuate dalla Commissione interna da subito istituita dalla Direzione dell’azienda sanitaria. Nel caso le indagini degli Organi giudiziari arrivino a evidenziare azioni non coerenti con i protocolli di gestione del paziente complesso, finanche a compromettere l’incolumità del paziente stesso, l’Azienda sanitaria adotterà ogni provvedimento in suo potere, fino a costituirsi parte civile nel caso di un processo”.

“Fino ad allora, l’Ulss 3 rimane fiduciosa che possa essere confermato il corretto operato dei suoi sanitari, poiché non potrebbe riconoscere alcun comportamento che non metta al centro la vita, la salute e la tutela dei pazienti, ancor più di quelli più fragili”.

 
 
 

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