“A poco serve l’integrazione con CAV: drenare i flussi generati da un tratto stradale profittevole per pagare i debiti della SPV significa legare le mani ai futuri amministratori per i prossimi 39 anni almeno”

“La società concessionaria della costruzione e gestione per 39 anni della SPV chiede 361 milioni di euro in più per l’aumento dei costi sostenuto negli ultimi due anni. Scandaloso, di fronte ad un’opera che doveva aver definito tutti i termini contrattuali nel 2017, senza ulteriori sorprese. Scandaloso per il fatto che i privati si azzardino a richiedere riserve di questa entità, ritenendo di avere di fronte un interlocutore debole, evidentemente”.Sono queste le dure parole con cui incomincia il commento del consigliere regionale Arturo Lorenzoni in merito alla situazione veneta.
“Secondo i privati concessionari la SPV è un bancomat da cui attingere per 39 anni. A loro non importa che si generi un debito colossale per la Regione – continua Lorenzoni -. Ed è sorprendente che gli amministratori della Lega critichino il superbonus per l’effetto che ha sul debito dello Stato, mentre l’operazione della SPV da loro congeniata è dello stesso stampo e ben peggiore. Infatti, non solo ha caricato un debito mostruoso sulla comunità regionale, ma non si è nemmeno in grado di quantificarlo, come testimonia l’aumento dei costi ora preteso dalla società concessionaria e l’incertezza sull’entità dei pedaggi futuri. E a poco serve l’integrazione con CAV nel polo infrastrutturale regionale: drenare i flussi generati da un tratto stradale profittevole, pensati per sostenere futuri investimenti in Regione, per pagare i debiti della SPV, significa legare le mani ai futuri amministratori regionali per i prossimi 39 anni almeno”.
“Ma l’approssimazione nella gestione dell’opera è evidente anche su altri fronti. Il penoso ballo di date sulla fine dei lavori, rimandato continuamente fino a dover sopportare il periodo di inflazione più alto degli ultimi trent’anni non fa che mettere in evidenza l’inadeguatezza di fronte ai privati dell’amministrazione regionale nel gestire la finanza di progetto della SPV. Ora dicono che il casello sulla A4 a Montecchio sarà pronto nel marzo 2024, con “solo” qualche anno di ritardo sulla data prevista dall’accordo del 2017. Ma se è la società stessa della A4 incaricata dell’esecuzione dei lavori, consapevole che l’apertura del casello drenerà traffico all’A4 a favore della SPV, secondo voi quando terminerà i lavori? Mai! Se non trova un interlocutore forte, capace di pretendere il rispetto dei termini contrattuali. Che nella Regione non c’è, purtroppo”.
E conclude: “Ecco il risultato delle politiche latitanti dei quindici anni di Zaia. Se ne accorgeranno i veneti? Io lo spero per loro”.