Dopo 15 anni si libera la chiesa palladiana: i libri all’ex media in contrà Riale

Dopo 16 anni, la Bertoliana si prepara a lasciare Santa Maria Nova, chiesa palladiana trasformata in deposito di libri, anche preziosi, dal 2008. Intanto sul futuro della nuova biblioteca all’ex tribunale è buio pesto.
Era il 2007, sindaco Enrico Hüllweck e presidente della biblioteca Mario Giulianati, quando si decise di utilizzare l’ex chiesa palladiana di Santa Maria Nova come deposito di libri e degli archivi della Bertoliana. Se incontrate Giulianati e vi fermate a parlare con lui vi spiegherà che non c’era alternativa, perché i libri li mettevano a quel tempo anche sotto la Basilica. E così un luogo come l’ex chiesa, che negli Usa sarebbe trasformato seduta stante in un museo, è stato trasformato in deposito della biblioteca.

Va da sé, come spesso succede in Italia, che il provvisorio diventi una scelta stabile: così l’invasione di Santa Maria Nova è durata fino ad ora. La contraddizione (e un po’ anche la vergogna) della scelta è saltata agli occhi abbastanza presto, perché già nel 2011 l’assessore alla Cultura, Francesca Lazzari, assicurava che la chiesa sarebbe stata presto liberata. Così non accadde. E la vicenda s’è trascinata avanti sostanzialmente fino a oggi.
Va riconosciuto che il problema del deposito a Santa Maria Nova è stato ben presente anche alla giunta Rucco che s’è data da fare, come le riconoscono anche gli attuali inquilini di palazzo Trissino: ha annunciato perfino in Consiglio comunale che la soluzione del problema era prossima. Ma non s’è concretizzata prima della fine del mandato e adesso la giunta Possamai sta spingendo per attuare la soluzione: spostare tutti i materiali della Bertoliana nell’ex scuola media Riale. Una faccenda non semplice, perché si tratta anche di pezzi storici e delicati, che richiedono approvazioni anche della Soprintendenza. L’obiettivo, comunque, è ravvicinato: entro fine anno o all’inizio del 2024 l’occupazione di Santa Maria Nova cesserà.
L’altro fronte, invece, quello della nuova Bertoliana nell’ex tribunale a Santa Corona, è ben caldo per i dibattiti, ma le prospettive sono praticamente a zero. Sono due gli argomenti – basta girare a palazzo Trissino per ascoltare queste motivazioni – che danno corpo alle perplessità della giunta Possamai: da un lato il progetto è assai generico, dall’altro i costi dell’operazione sono stati ampiamente sottovalutati. Stime ufficiose che circolano parlano di un impegno che si aggira sui 30 milioni di euro per riallestire tutto. Magari è anche una cifra sopravvalutata, però di sicuro è fuori dalle disponibilità del municipio, anche se fossero solo 25 milioni. Tanto per capirci, il nuovo teatro è costato 23 milioni. Sin dalla campagna elettorale, il sindaco ha sempre affermato che il progetto sarebbe stato oggetto di una profonda verifica. Risultati ufficiali non ci sono ancora, ma l’aria è precisa. Un vento che non piace al centrodestra, che, grazie al consigliere comunale leghista Jacopo Maltauro, ha organizzato una manifestazione per ribadire la bontà e la necessità di realizzare il progetto dell’architetto Giorgio Strappazon di Marostica.
È vero che lo sgombero degli arredi dell’ex tribunale è in corso, ma c’è un altro e serio problema che non va sottovalutato: vale a dire i sotterranei dell’ex tribunale, che sono pieni di “corpi di reato”, cioé armi e soprattutto droga. Chi si prende la responsabilità di metterci le mani? E dove spostarli? C’è molta cautela, peraltro comprensibile, a toccare quelle prove perché le tecniche oggi sono molto evolute e quei “corpi di reato” potrebbero contenere prove (pensate al Dna) che una volta non sarebbero state rilevabili, ma oggi sì. Il tutto porta a rendere la nuova Bertoliana uno dei tanti temi carsici che riemergono per un po’ nel dibattito vicentino e poi s’inabissano nel mare delle difficoltà per anni. Non va dimenticato che per iniziare a costruire nel 1962 il palazzo di Giustizia a Santa Corona ci vollero 17 anni.