Dopo le proteste di maggio gli studenti montano di nuovo le tende davanti al Bo
La protesta studentesca osserva il problema da un punto di vista ampio, condiviso con gli inquilini delle case popolari, la comunità migranti, i lavoratori e le lavoratrici.
Insieme individuano i responsabili a più livelli, chiamando in causa Università, Ater e Comune, ma anche Esu, Regione e Governo
La protesta
“Abbiamo deciso di tornare in tenda, in maniera simbolica per questa notte come nel resto d’Italia, perchè dopo anni di mobilitazioni e denunce sulla condizione degli studenti, sull’emergenza abitativa e sui mancati investimenti in diritto allo studio, la situazione non cambia e le istituzioni continuano a girarsi dall’altra parte.
Abbiamo tre richieste chiare e semplici per il Governo e la Regione, perchè siamo stanchi di commenti di circostanza e nessun fatto – dichiara Domenico Amico, coordinatore di Udu Padova – Chiediamo che vengano coperte non solo le borse di studio dell’anno accademico 2022/2023 ma anche del prossimo: di tutte le borse di studio che non vengono coperte in Italia due terzi sono del Veneto, è una vergogna.
Chiediamo interventi strutturali sulla residenzialità pubblica, perchè mentre affrontiamo il terzo anno di emergenza abitativa, il Governo finanzia maggiormente i privati che continuano a lucrare sugli studenti. Infine, chiediamo un reale supporto psicologico per la componente studentesca: la salute fisica e la salute mentale devono avere la stessa priorità”