Dal 20 al 25 novembre tornano le “Giornate FAI per le Scuole”: visite esclusive per le scuole a cura degli Apprendisti Ciceroni del FAI
Dal 20 al 25 novembre tornano le “Giornate FAI per le Scuole”, manifestazione tutta dedicata alle scuole che da dodici anni il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS organizza, su modello delle Giornate FAI di Primavera e d’Autunno. Protagonisti dell’evento saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati dai volontari del FAI in collaborazione con i loro docenti, che accompagneranno altri studenti in visita nei Beni e nei luoghi da loro selezionati e aperti grazie al FAI, sentendosi direttamente coinvolti nella valorizzazione del loro territorio, parte attiva della loro comunità e diventando esempio per altri giovani in uno scambio educativo tra pari.
Le Delegazioni di migliaia di volontari della Fondazione, diffusi e attivi in tutte le regioni, apriranno infatti oltre duecento luoghi speciali che saranno visitati da studenti iscritti al FAI con la loro classe. Le classi “Amiche FAI” saranno accolte da migliaia di ragazzi che le condurranno alla scoperta di chiese, palazzi, parchi e giardini storici, monumenti e istituzioni del loro territorio, proponendo ai loro pari un’esperienza che li renderà cittadini più consapevoli e attivi.
Quest’anno, in linea con il programma nazionale FAI per la Scuola “Agri-cultura: impariamo dalla terra a curare il paesaggio”, alcune aperture saranno dedicate all’attività che più ha inciso sulla forma del paesaggio italiano, ancora sostanzialmente rurale: l’Agricoltura.
Le Giornate FAI per le Scuole si confermano un’esperienza formativa di grande efficacia e soddisfazione per tutti: un progetto che trasforma e che ispira per il futuro, che rende protagonisti e che diffonde conoscenza e passione per la conoscenza, da cui scaturisce il desiderio di proteggere quel patrimonio per sempre e per tutti, come è nella missione del FAI.
PADOVA – L’Arena romana dei Musei Civici Eremitani
L’area dell’Arena e gli attigui Giardini sono oggi un parco naturale situato nel cuore della città di Padova, dove il Brenta (l’antico Medoacus) forma una grande ansa; quest’area conserva al suo interno i resti di un anfiteatro romano la cui costruzione risale all’età augustea (ca. 27 a.C.-14 d.C.). Dopo la caduta dell’Impero Romano, l’anfiteatro e tutta l’area caddero in rovina. Per quasi due millenni, le devastazioni causate dalle popolazioni barbariche e le numerose stratificazioni di terreno resero impossibile identificare la struttura originaria dell’edificio. Durante il Medioevo si succedettero diversi proprietari tra cui la famiglia Scrovegni. Oltre alla costruzione di un sontuoso palazzo padronale (oggi distrutto), Enrico Scrovegni fece erigere la cappella della Carità e chiamò Giotto a eseguire il magnifico ciclo di affreschi che tutti conosciamo. Solo verso la fine dell’800 iniziò lo studio vero e proprio dell’arena, divenuta proprietà del Comune; grazie alla volontà di alcuni sindaci e intellettuali padovani furono avviate campagne di scavi che consentirono una ricostruzione virtuale dell’anfiteatro. In tempi molto più recenti l’area dell’Arena e i Giardini lungo il Piovego sono stati finalmente sistemati e valorizzati e sono diventati patrimonio dell’intera comunità cittadina.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo di Scienze Umane “Amedeo di Savoia Duca D’Aosta” di Padova.
BASSANO DEL GRAPPA – Palazzo Sturm
Palazzo Sturm, dal cui belvedere si può godere della veduta sul fiume Brenta e sul Ponte degli Alpini, fu donato al Comune di Bassano dal barone Giovanni Battista Sturm von Hirschfeld nel 1943. La preziosa dimora nell’antica contrà Cornorotto fu voluta e commissionata da Vincenzo Ferrari, importante industriale e commerciate di sete, edificata verso la metà del XVIII secolo. L’edificio si presenta in tutta la sua elegante imponenza, con oltre settanta stanze distribuite su sette livelli progettati dall’architetto Daniello Bernardi. Le decorazioni pittoriche all’interno del palazzo, eseguite dal pittore veronese Giorgio Anselmi nel 1760 circa, denotano un gusto che richiama la maniera dei cosiddetti trionfi barocchi romano-bolognesi. I soggetti scelti, prevalentemente mitologici e allegorici, alludono alle imprese commerciali ed economiche nella manifattura della famiglia Ferrari. Già di proprietà della famiglia Vanzo-Mercante, nel corso dell’Ottocento il palazzo ha subito alcuni ampliamenti e modifiche architettoniche, come la sopraelevazione del corpo di fabbrica, il raccordo del nuovo tetto con il coronamento della loggia-belvedere originariamente aperta su tre lati. Il palazzo ospita il Museo della Ceramica Giuseppe Roi, che raccoglie collezioni di ceramiche antiche, il Museo della Stampa Remondini, dedicato alla tipografia e calcografia della celebre famiglia di imprenditori grafici.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Ginnasio Statale “Brocchi” e dell’Istituto “Remondini” di Bassano del Grappa (VI).
CAORLE – La Chiesetta di Valle Tagli
Immersa nel verde, accanto al canale Brian, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli in Valle Tagli ha sempre esercitato un fascino particolare. Fu costruita per volere degli antichi proprietari di Valle Tagli, Giorgio e Carlotta Romiati, tra il 1932 e il 1940. Fu chiamata Santa Maria degli Angeli in onore della Basilica di Assisi, dove la Vergine nel 1216 apparve a San Francesco, di cui Carlotta era rimasta particolarmente affascinata durante uno dei suoi viaggi. Fu la stessa Carlotta Romiati, pittrice di professione, a concepire e realizzare l’impianto decorativo della Chiesa. Fu il 1920 quando il medico Giorgio Romiati terminò l’opera di bonifica di Valle Tagli, tenuta di famiglia che comprendeva le terre paludose lungo la costa alla destra della foce del Livenza, tra San Giorgio, Brian, Valle Altanea e Eraclea, e vi si trasferì con la moglie, Carlotta Prosdocimi, pittrice professionista. La piccola Chiesa di Santa Maria degli Angeli fu costruita per volere della coppia tra il 1932 e il 1940. Alla decorazione della chiesa si dedicò Carlotta in persona: ogni suo dettaglio rivela l’amore che la pittrice nutriva per la sua terra. L’interno mostra il duro lavoro e la sorprendente abilità artistica di Carlotta, che vi lavorò per ben sette anni. La pittrice si cimentò anche nella realizzazione dell’icona dorata raffigurante la Madonna con Gesù Bambino che ancora oggi orna l’altare maggiore. La preziosità dell’ambiente si apprezza anche osservando i marmi policromi che ornano le pareti e le tarsie dorate delle capriate in legno del soffitto.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni della Scuola secondaria di I grado “Antonio Fogazzaro” di La Salute di Livenza (VE) e dell’Istituto Comprensivo “Rita Levi Montalcini” di Santo Stino di Livenza (VE).
SAN STINO DI LIVENZA – La Chiesa di San Marco a Corbolone
La chiesa di San Marco Evangelista a Corbolone custodisce preziose opere d’arte legate alla storia del territorio. Le vicende della chiesa si intrecciano con quelle della vicina Concordia Sagittaria, dove risiedeva il Vescovo, e con le vicissitudini dell’Abbazia di Santa Maria in Silvis a Sesto al Reghena. All’interno della costruzione si trovano opere esempio della maestria dei migliori maestri del Cinquecento nell’area del Portogruarese. La storia della Parrocchia di Corbolone inizia il 30 gennaio 1424, quando il vescovo di Concordia autorizzò il pievano della vicina Lorenzaga a recarsi a Corbolone per celebrarvi la messa la terza domenica di ogni mese. Il 20 novembre 1487 venne concesso alla villa di Corbolone di costituirsi in parrocchia, a condizione che si provvedesse alla costruzione di una chiesa, della casa per il sacerdote e a quant’altro fosse necessario per il culto divino. La prima costruzione provvisoria fu edificata nel 1502, sotto la supervisione del Vescovo di Concordia. Nel 1514, alla presenza del Vicario di Sesto al Reghena, fu posata la prima pietra dell’edifico definitivo, che vediamo ancora oggi. Del primo edificio fu conservata solo la Cappella dell’Annunciata, inglobata nel lato sinistro della Chiesa.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni della Scuola secondaria di I grado “Giuseppe Toniolo” e dell’Istituto Comprensivo “Rita Levi Montalcini” di Santo Stino di Livenza (VE).
FOSSALTA DI PORTOGRUARO – Il Cortino di Fratta e il mistero del Castello scomparso
Nel piccolo paesino di Fratta si trovava il castello in cui Carlo Altoviti, protagonista de “Le Confessioni di un Italiano” di Ippolito Nievo, trascorse l’infanzia. Del castello sono stati rinvenuti, grazie agli scavi archeologici, numerosi reperti, conservati oggi presso il Cortino di Fratta, divenuto anche sede del Museo Letterario dedicato a Ippolito Nievo. Nel sito del castello i lavori di ripristino hanno portato alla creazione di un parco, di un teatro all’aperto e del Giardino di Marte e Flora, che ospita antiche specie arboree e floreali presenti nel territorio nel Medioevo.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Comprensivo Statale “Don Agostino Toniatti” di Fossalta di Portogruaro (VE).