sabato, 2 Dicembre 2023
 
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L’omicidio di Giulia ha protagonisti “normali” e giovani: per questo ci sentiamo tutti coinvolti

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Si deve intervenire a scuola, certo, ma anche nei bar e nelle palestre

Luisa Consolaro, psichiatra assai conosciuta a Vicenza

Migliaia di persone hanno partecipato alla marcia a Padova in ricordo di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Migliaia anche a Vigonovo, il suo paese, e a Roma, all’università La Sapienza. Tutta Italia si sente coinvolta. Perché questo omicidio ha colpito tanto? Eppure è – con grande, disperato dolore – il 103esimo in Italia quest’anno. Ma ha avuto un impatto diverso. Perché? “Perché sono persone normali, come noi, e tutti si sentono coinvolti”. A rispondere è Luisa Consolaro, psichiatra di lunga esperienza a Vicenza. Spiega che in questo caso non ci sono situazioni di marginalità, vuoi per situazion familiare, economica oppure per origine dei protagonisti, che spesso fanno apparire più lontana la vicenda. In questo caso, appunto, si tratta di un bravo ragazzo italiano, come è stato definito, e di una studentessa come tante altre.

Sono anche giovani, spiega la psichiatra, e anche questo fatto non è secondario: non si tratta, cioé, di persone più avanti con l’età che covano rancore oppure di ex mariti che rivendicano la prosecuzione di un rapporto concluso. Stavolta a non volersi arrendere all’evidenza e alla decisione dell’ex fidanzata è un suo coetaneo. Scatta un’identificazione della vicenda con il pubblico che diventa stringente, diretta. Non solo nel Veneto.

Alla Casa di cultura popolare di Vicenza hanno creato il “Laboratorio sentimentale”

Bisogna agire, affermano tutti. Certo, ma come? Insegnare a scuola l’affettività? “Non solo a scuola – risponde la dottoressa – ma anche nei bar, nelle palestre, ovunque. Soprattutto in famiglia. E va insegnata non soltanto ai giovani, ma a tutti”. E’ tutta la società che deve interrogarsi, nelle sue diverse articolazioni, e mettersi in discussione. Proprio perché ci sentiamo tutti coinvolti. Come si fa – spiega Luisa Consolaro – soltanto a indignarsi quando sull’altro fronte i modelli educativi che passano in televisione o nella cultura di massa si basano sul possesso e sul consumismo?

Piccolo esempio. Alla Casa di cultura popolare, storica istituzione cui collabora la dottoressa, si sono inventati il Laboratorio Sentimentale, cui partecipano una decina di persone (di tutte le età, di diversa situazione anagrafica e di tutte le espressioni amorose) che vogliono condividere la propria situazione affettiva e approfondirla, per vivere meglio.

 
 
 

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