Comunità studentesca sconvolta da tanta violenza
“Giulia doveva laurearsi giovedì scorso, il suo cognome, Cecchettin, era a la prima studentessa attesa alle 8 e mezza per una laurea di Ingegneria. Una laurea che ci sarà, ci sarà di sicuro“.
Lo ha detto la rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, durante un convegno in aula magna aperto con un minuto di silenzio in ricordo della giovane uccisa.
“Ma questo – ha aggiunto – è il momento di rispettare il dolore dei famiglia, del papà e dei fratelli di Giulia. Quando sarà il momento contatteremo la famiglia per una cerimonia con le tempistiche e le modalità che la famiglia vorrà accettare”.
Un momento di raccoglimento è stato osservato in tutte le aule dell’ateneo patavino all’inizio delle lezioni, in memoria della nostra studentessa. La rettrice ha riferito di aver ricevuto centinaia di mail di studenti e studentesse “che scrivono per esprimere il loro cordoglio, a tratti la loro rabbia, e per chiedere risposte”. E’ difficile trovarle. Questo fatto ha colpito non solo la nostra comunità, ma l’interto Paese, forse perchè – ha concluso Mapelli – oltre al gesto in sè, così violento, è accaduto tra due ragazzi degli anni duemila, cresciuti in un ambiente socio-culturale che definiremmo normale’”.
“L’ambiente socio-culturale di questi due ragazzi potremmo definirlo ‘normale’. – ha detto la rettrice Mapelli ricordando il dramma di Vigonovo. – Filippo è un ragazzo che non è cresciuto in un ambiente violento, eppure è riuscito ad esprimere una violenza incredibile. E proprio questo forse, oltre a lasciarci attoniti, ci spaventa tutti moltissimo. Perchè può succedere, ed è sucesso”