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25.10.2025 - 05:50
Il restauro di Villa Contarini degli Scrigni, conosciuta come “Vigna Contarena”, uno dei tesori più sorprendenti e meno noti di Este, è stato completato e ha riportato alla sua originaria bellezza un raro ciclo di affreschi esterni. Non semplici decorazioni, ma veri racconti di pennellate e colore: nelle specchiature delle finestre si affacciano satiri, sopra le cornici si intrecciano architetture dipinte con figure reclinate, vasi ricolmi di frutta e fiori, fino al fregio superiore, animato da putti, foglie di acanto e ipogrifi. Una scenografia che fa della villa un unicum nel panorama veneto.
Il restauro, avviato nel 2020 in accordo con la Soprintendenza, ha interessato non solo la facciata, ma anche gli interni: «Abbiamo pulito e sistemato tutto l’esterno e fatto un grande lavoro anche negli affreschi interni delle nicchie delle porte d’entrata» racconta Cecilia Caporali, proprietaria del bene storico, che appartiene alla sua famiglia dal 1932.
Per gli studiosi, l’intervento è stato un’occasione preziosa di conoscenza: «Il restauro della facciata di Villa Vigna Contarena è stato un intervento di grande valore, che ha permesso di restituire leggibilità a un raro esempio di decorazione pittorica parietale in ambito extraurbano» spiega il dottor Giordano Passarella, che ha seguito l’operazione. «Non solo ha salvaguardato materiali e tecniche storiche, ma ha anche riportato alla luce dettagli decorativi perduti. È stato un progetto che ha unito rigore scientifico, rispetto dell’originale e sensibilità estetica, dimostrando come la conservazione possa essere anche un potente strumento di conoscenza» conclude Passarella.
La villa, costruita nei primi anni del Seicento da Giorgio Contarini del ramo di San Trovaso detto “degli Scrigni”, si presenta come una dimora nobile che è quasi un palazzo cittadino: «Una villa straordinaria e unica nel suo genere» sottolinea Fabrizio Malachin, direttore dei Musei civici di Treviso, «lo dimostrano anche gli affreschi in facciata, che non sono tipici né ricorrenti nelle ville venete» conclude il direttore.
Un patrimonio che torna a nuova vita, ma che resta fedele alla sua vocazione di luogo da vivere e condividere: «Abbiamo attivato aperture al pubblico una volta al mese» spiega Caporali «e l’obiettivo è di renderla un polo culturale. Vogliamo fare attività con le scuole di ogni ordine e grado, organizzare formazione per architetti e storici dell’arte. È una villa che non è mai passata di mano troppe volte e proprio per questo è ben conservata, ma ha bisogno di attenzioni costanti. Ora tocca a noi restituirla alla comunità, con la consapevolezza che un bene storico non appartiene mai solo a chi lo possiede, ma è patrimonio di tutti» conclude la proprietaria.
Giada Zandonà
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