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Profughi a Vigonza, l’appello del parroco don Cornelio Boesso per l’accoglienza

profughi“Vigonza deve seguire l’appello lanciato da Papa Francesco ed essere quindi pronta ad accogliere gli immigrati”. E’ con queste parole che don Cornelio Boesso, parrocco di Vigonza, ha voluto ribadire come anche la cittadinanza debba essere in prima linea nell’accogliere i profughi in cerca di una vita migliore. La straordinaria ondata di immigrazione dai paesi nordafricani di quest’anno è stata definita una vera e propria emergenza a livello nazionale. Per cercare di risolvere in parte il sovraffollamento dei profughi sbarcati sulle coste siciliane, il Ministero dell’Interno ha già iniziato a ricollocare molti immigrati in diverse regioni italiane, tra le quali il Veneto. La chiesa di Padova ha cercato di rispondere a suo modo a quest’emergenza, ammonendo le diverse parrocchie padovane ad aprire le porte delle proprie comunità per aiutare gli immigrati. Tra i referenti per il territorio vigontino c’è don Cornelio che già da tempo ha dato accoglienza a un gruppo di giovani immigrati. “La parrocchia di Vigonza è già da 8 anni che ospita profughi – ci racconta il sacerdote di Vigonza – in una casa privata, chiamata “casa del cappellano”. Abbiamo ospitato 7/8 persone per molti anni con il prezioso sostegno e aiuto della cooperativa “Nuovo Villaggio”. La “casa del cappellano” è un’immobile appartenente alla chiesa e si trova in via Carpane n.19 a Vigonza, ma per vari motivi non sarà più agibile per ospitare nuove persone. Abbiamo avuto diversi ospiti in questa abitazione, - continua don Cornelio - persone provenienti dal Bangladesh, dal Medioriente e dai paesi africani. Ci siamo trovati con tutti bene, anche se devo dire che le persone di origine asiatica sono sempre state molto più rispettose e diligenti rispetto a chi proveniva dal Maghreb”. “La parrocchia di Vigonza è sempre stata in prima linea per aiutare il prossimo. – afferma il parroco – Abbiamo cercato di integrare le persone cui davamo alloggio proponendo dei corsi base di lingua italiana, insegnando loro gli usi e costumi del nostro territorio e dando ciò che materialmente ci era possibile. Purtroppo i nostri fondi non sono illimitati e ritengo che debbano essere le autorità civili a farsi carico di questa difficile faccenda, ad esempio il comune di Vigonza. Le parrocchie possono dare un supporto spirituale e morale al prossimo, possono aiutare ad inserire queste persone nel tessuto sociale del paese attraverso delle giornate d’incontro nei patronati o in luoghi comuni, ma non sono in grado di mantenere ed ospitare centinaia di persone”. Ma non tutti i residenti di Vigonza la pensano come don Cornelio. Infatti, alcuni piccoli gruppetti di cittadini stanno iniziando una raccolta firme da consegnare direttamente al sindaco Nunzio Tacchetto per ribadire il loro forte e netto “No” all’accoglienza e sistemazione di decine di profughi nel territorio vigontino. Sul accaduto don Cornelio ha voluto rispondere così: “Non dobbiamo mettere delle “bandierine” per identificare la provenienza delle persone. Il buon cristiano deve accogliere tutti i bisognosi indistintamente, e a chi afferma che aiutando gli immigrati si sprecano i soldi dei cittadini italiani, vorrei ricordare che questi soldi ci vengono dati dall’Unione Europea e non dallo stato italiano”.   di Manuel Glauco Matetich
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