"Oltre a garantire un reddito per alcuni mesi a persone senza lavoro questo progetto si può rivelare un’occasione per acquisire nuove competenze"
Quindici persone disoccupate con un’età superiore ai 30 anni sono coinvolte ad Albignasego nel progetto “Attivi di Albignasego”, promosso dal Comune e finanziato dalla Regione Veneto. Il progetto prevede che le persone individuate siano impiegate per sei mesi con contratto a part-time di 20 ore settimanali, in diversi servizi di pubblica utilità: 10 di loro saranno coordinate dai tecnici del Comune, si dedicheranno a servizi collegati all’Ambiente come la manutenzione dei parchi pubblici e delle aree verdi delle scuole; altre cinque, sempre in affiancamento del personale dell’ente locale, saranno addette ad attività di archiviazione, digitalizzazione e catalogazione. Tutti i partecipanti saranno coinvolti in iniziative di orientamento, di accompagnamento e di inserimento lavorativo. «Oltre a garantire un reddito per alcuni mesi a persone senza lavoro– spiega il Sindaco Filippo Giacinti– questo progetto si può rivelare un’occasione per acquisire nuove competenze poi spendibili sul mercato. Ad “Attivi ad Albignasego” si affianca inoltre il nuovo progetto che ha preso il via recentemente e che coinvolge i percettori del reddito di cittadinanza coinvolti in attività socialmente utili». Il progetto lavorativo dedicato ai percettori di reddito di cittadinanza idonei, li ha visti attivi in diverse attività al servizio del territorio: dalla portineria del municipio alla biblioteca, dal supporto alla gestione del chiosco inclusivo Al Barattolo di Mandriola fino alla pulizia dei parchi e delle caditoie. Si tratta di sette donne e cinque uomini fra i 45 e i 60 anni. L’iniziativa è stata coordinata dal consigliere Massimiliano Bertazzolo, delegato ai Progetti utili alla collettività: «Nel territorio comunale – spiega – sono 26 i percettori di reddito di cittadinanza. Prima dell’avvio del progetto, con l’esclusione di tre esonerati per motivi di salute, tutti gli altri sono stati convocati dai servizi sociali in modo da valutare la tipologia di impiego in base alle diverse capacità». Cristina Chinello
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