venerdì, 26 Aprile 2024
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Centrale Enel, il 2015 inizia con tante domande e zero risposte

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centrale case aAltro tavolo, altro nulla di fatto. La sorte della Centrale Enel di Polesine Camerini rimane un rebus indecifrabile e anche il 2014 andrà in archivio senza una risoluzione. Il nuovo anno comincia quindi senza alcuna certezza. E quindi senza buone notizie sul fronte del lavoro, dell’indotto, dei servizi per il territorio.

L’incontro tenutosi a Venezia, organizzato dalla Regione Veneto, non ha fatto altro che confermare la totale incertezza sulle prospettive future dell’impanto di Polesine Camerini e di quanti guardano a esso come un possibile volano per uscire dalla crisi. Attorno al tavolo si sono riuniti l’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte, il consigliere regionale Graziano Azzalin, il responsabile delle relazioni esterne territoriali di Enel Donato Leone, l’attuale direttore della centrale Ivano Ruggeri ed il suo successore Renzo Busatto, il presidente della Provincia di Rovigo Marco Trombini, il sindaco di Porto Tolle Claudio Bellan e le rappresentanze sindacali.

Quel che si è notato di più è stata però l’assenza del governatore Luca Zaia, assente anche in occasione del consiglio comunale straordinario che aveva riunito tutte le parti in causa a Polesine Camerini nello scorso ottobre. Se da un lato la convergenza tra Comune, Provincia e Regione nel chiedere risposte celeri a Enel e Governo è giudicata positiva, Claudio Bellan non è riuscito a nascondere una punta di delusione per la cronica mancanza di passi avanti.

“Incontrarsi è positivo – ha detto il primo cittadino di Porto Tolle – perché ci si sente meno soli e si acquisisce forza nel confronto diretto con Enel. C’è movimento, ma in termini concreti non si vedono risultati. Dobbiamo fare in modo di aumentare ulteriormente la pressione sull’azienda per convincerla a non abbandonare Porto Tolle, bensì di farne un polo importante da cui ripartire. Per il momento stiamo vedendo impegno solo sul fronte della demolizione e del trasferimento dei dipendenti e questo non mi fa particolarmente piacere. Ho chiesto una convocazione di un tavolo ministeriale sul tema, perché mi sembra l’unico modo di far uscire allo scoperto i vertici di Enel”. Anche il consigliere regionale Azzalin ha mostrato più di una perplessità sull’atteggiamento del colosso energetico: “In questo momento l’unica cosa certa è che la riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini non si farà, ma tutto il resto è ancora nebuloso. L’incontro in Regione è stato un primo momento di confronto ma Enel al momento non ha ben chiare le idee su cosa vuole fare. Credo che non sia utile al momento discutere dell’eventuale potenza di un’ipotetica centrale a biomasse, perché un progetto del genere deve essere analizzato in rapporto alla produzione locale ed all’ambiente particolare in cui ci troviamo”.

Inoltre si deve anche tenere conto della risposta che il territorio potrebbe dare all’ipotesi delle biomasse. Un aspetto, quello dell’accettazione o meno, che Enel col carbone ha imparato a valutare con attenzione.