venerdì, 26 Aprile 2024
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Rovigo, crisi energetica, Cisl: “Scelte rapide e condivise sul territorio”

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Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl Padova Rovigo, interviene sulla crisi energetica chiedendo il coinvolgimento del territorio

“Al momento di decidere, il fronte del no riprende vigore e torna a farsi sentire – interviene Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl Padova Rovigo, parlando della crisi energetica -. No al parco eolico, no alle trivelle, no all’agrovoltaico, ai termovalorizzatori e ai rigassificatori. Tutte le fonti di energia diventano potenzialmente pericolose per qualcosa o per qualcuno e le si vorrebbe diverse, innocue e soprattutto altrove. Eppure sulla necessità e sull’urgenza di garantire maggiore autonomia energetica all’Italia, che sotto questo aspetto si trova agli ultimi posti in Europa, tutti sembrano d’accordo. E’ giusto sottolineare che la Cisl si batte da tempo per incentivare la diversificazione delle fonti, resa ora ancora più importante ora dalla necessità di abbassare il costo dell’energia, per i cittadini e per le imprese. Bisogna fare presto, ma questo non giustifica fare scelte affrettate. In questi giorni abbondano prese di posizione, a volte demagogiche o dettate da convenienza politica. Invece di fronte a problematiche che rischiano ricadute molto pesanti per tutti, serve un sano pragmatismo. A livello nazionale la decisione di riattivare le trivellazioni per l’estrazione di gas ha suscitato una polemica molto dura. E’ il tema di gran lunga più controverso, sul quale però sul territorio si sta registrando una convergenza trasversale. Sarebbe utile sfruttare questa sinergia per una riflessione seria, che porti a decisioni rapide e condivise, su tutte le altre possibilità: l’aumento della capacità del rigassificatore di Porto Levante, la proposta di un parco eolico, la realizzazione di termovalorizzatori di ultima generazione (in altri Paesi vengono realizzati nei centri cittadini), l’incentivo all’uso di pannelli fotovoltaici”.

Scavazzin (Cisl): “Proporre e programmare insieme al territorio

“Non mi scandalizza nemmeno l’incremento dell’uso delle trivelle previsto dal decreto Aiuti quater – prosegue il segretario generale Scavazzin -, ma mi auguro che la “clausola di tutela” inserita contempli anche le preoccupazioni per i rischi ambientali nel delta, polesine e veneziano compresi. Territori che hanno subito l’abbassamento del terreno da 50 centimetri fino a 3 metri, per non parlare delle devastazioni causate dagli allagamenti. Qui non si tratta della sindrome Nimby, più volte citata in questi giorni. Degli 8mila 300 chilometri di coste italiane, l’ecosistema del Delta è il tratto più fragile dal puto di vista idrogeologico e di questo abbiamo avuto pesanti evidenze in passato. Se questo ha favorito un’ampia convergenza sul territorio, sfruttiamola finalmente per proporre e programmare”.