domenica, 28 Aprile 2024
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Un nuovo sito progettato da Ce.Ri.Do.δ per scoprire le Ca’ del Delta

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La presentazione durante un incontro nella sede dell’Ente Parco

Le mappe sul Delta veneto e ferrarese e un dottorato di ricerca sulle Ca’ del Delta sono state recentemente al centro di un incontro nella sede dell’Ente Parco a Porto Viro.

Con l’occasione, il Ce.Ri.Do.δ (Centro ricerca e documentazione del Delta) ha presentato il sito www.cadelta.it, in cui vengono mostrate le 32 Ca’, ossia le case padronali veneziane – solo in rari casi volute da nobili padovani, bergamaschi, chioggiotti – presenti e studiate per il sito, cui si aggiungono 12 Ca’ ‘perdute’, di cui non restano se non misere tracce. Il portale si propone anche come strumento di valorizzazione e al tempo stesso di allarme sullo stato di conservazione di quelle esistenti, che meritano di essere attenzionate dalle comunità locali e dai piani di sviluppo del territorio, perché non vada perduto un patrimonio unico.

A fare gli onori di casa il presidente del Parco Moreno Gasparini, seguito nei saluti dall’assessore portovirese Michela Girardello, che ha ricordato la figura della baronessa pilota Maria Antonietta Bellan, nata proprio in una Ca’, a Ca’ Pasta, e da quelli del presidente della provincia Enrico Ferrarese.

Magistrali gli interventi degli studiosi Antonio Giolo e Luigi Contegiacomo – già direttore dell’Archivio di Stato di Rovigo –come pure quello del cartografo Massimo Rossi che ha tratteggiato la storia deltina partendo dall’altro versante, quello ‘nemico’ per così dire, o, per dirlo con i locali, quello ‘foresto’, ossia il delta ferrarese. Rossi ha parlato degli attriti tra Serenissima e Duchi d’Este prima e Papato poi e ha decifrato vere e proprie ‘mappe del tempo’ come quelle del grande ingegnere militare e cartografo Giovanni Battista Aleotti, detto ‘L’Argenta’.

Più a ritroso è andata invece l’archeologa e presidente di Ce.Ri.Do.δSandra Bedetti, ricordando il popolamento fin dall’età del bronzo e successivamente quello di età romana con la creazione della via Popilia che avrebbe congiunto Rimini con Adria per proseguire verso Altino. Per non parlare della via Romea per la quale sono in atto le pratiche per il riconoscimento di un troncone passante per San Basilio, le cui tracce si possono rinvenire in molta cartografia storica. La giovane dottoressa dell’Università di Padova, Giulia Becevello, ha infine presentato l’estensione della sua ricerca agli altri comuni del Parco non toccati per il momento dal sito (Corbola, Ariano nel Polesine, Papozze ed Adria) e in prospettiva a quelli del limitrofo Ferrarese, a simboleggiare ancor di più l’unicità del Delta.

Fabio Pregnolato