domenica, 28 Aprile 2024
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Agguato ai bus dei tifosi mestrini, Daspo per 8 ultras del Treviso calcio

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Prima del derby, hanno lanciato oggetti e tentato di fermare i mezzi con a bordo i supporter veneziani: identificati e denunciati

La Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Treviso ha notificato 7 provvedimenti Daspo, emessi dal Questore, nei confronti di ultras trevigiani in seguito ai tafferugli provocati in occasione della partita del campionato di calcio di Serie D, tra “Treviso FBC 1993” e “A.C. Mestre” di domenica 15 ottobre.

Per il match, classificato a rischio dall’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive in relazione alla rivalità che intercorre tra le due tifoserie, erano state adottate stringenti misure a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. I tifosi trevigiani, per lo più appartenenti alla componente organizzata, già poco dopo mezzogiorno, avevano iniziato a radunarsi nei pressi di Porta San Tommaso, consueto luogo di ritrovo, a circa 500 metri dall’ingresso dello stadio. Circa 190 tifosi mestrini invece sono arrivati in città in treno: fatti salire a bordo di due bus-navetta sono stati accompagnati allo stadio, scortati dal personale delle forze dell’ordine. Quasi contemporaneamente alla partenza del convoglio, in maniera preordinata, un gruppo di ultras trevigiani si è spostato all’incrocio tra Borgo Cavalli e viale Nino Bixio, con il chiaro intento di intercettare ed entrare in contatto con i tifosi ospiti in arrivo. Come poi appurato dagli investigatori della Digos sulla base delle immagini del sistema di videosorveglianza cittadino, durante il tragitto alcuni supporter locali avevano coperto il volto con cappelli, cappucci, bandane e magliette per impedire di essere riconosciuti.  Alcuni di essi, infatti, arrivati all’incrocio, hanno invaso la strada per fermare il corteo dei bus con i tifosi mestrini e le vetture di polizia, che sopraggiungeva a velocità sostenuta. I mezzi hanno dovuto rallentare bruscamente e compiere pericolose manovre per evitare di scontrarsi o investire alter persone.

Non solo, gli ultras hanno lanciato hanno lanciato bottiglie di vetro, bicchieri di birra, un paletto in plastica di delimitazione stradale e altri oggetti contro gli autobus con a bordo l’opposta tifoseria, mezzi peraltro che sono stati più volte colpiti con le aste delle bandiere e bastoni e hanno colpito ripetutamente i veicoli con le aste delle bandiere e bastoni.

Solo l’immediato intervento della Digos e del personale delle forze di polizia, oltre alla prontezza degli autisti, ha permesso la prosecuzione del viaggio dei tifosi ospiti verso lo stadio, scongiurando pertanto un contatto diretto tra le due tifoserie che si sarebbe certamente verificato in caso di fermata dei veicoli. L’azione aggressiva e sconsiderata ha comunque messo fortemente a rischio l’incolumità degli occupanti dei bus, degli agenti di polizia e anche delle altre numerose persone, che in quel momento, si trovavano lungo la strada.  Al termine del blitz, gli ultras, respinti dal personale di polizia, sono fuggiti rapidamente verso Borgo Cavalli per confondersi all’interno del folto gruppo dei tifosi locali che intanto stava giungendo all’incrocio, per poi continuare verso lo stadio.

La Digos ha immediatamente iniziato le indagini per individuare i responsabili dell’aggressione alla tifoseria ospite, acquisendo i filmati della Polizia Scientifica e quelli del sistema di videosorveglianza del Comune di Treviso e di privati, giungendo in breve tempo ad identificare con certezza otto delle persone coinvolte, che sono state denunciate per il reato di cui all’art. 6 bis Legge 401/89, in concorso tra loro.

Nei confronti di sette di questi, il Questore di Treviso ha emesso il provvedimento amministrativo del divieto di accedere alle manifestazioni sportive, per tre della durata di due anni e per quattro di cinque anni, notificato a tutti nei giorni scorsi. L’ottavo è stato, invece, denunciato anche per il reato previsto e punito dal comma 6 dello stesso articolo di legge, in quanto ha violato il provvedimento di Daspo, cui era già stato sottoposto da parte del Questore di Venezia, e per il quale è in corso di valutazione l’aggravamento della misura in atto.