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Una sconcertante rivelazione

La Storia di Robert El Asmar: drogato e violentato da un prete a Verona

Il libro-denuncia svela gli abusi subiti dall'uomo in un convento di Verona negli anni '90

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L'opera è stata pubblicata il 5 giugno con Rossini Editore

Un racconto di dolore e sopraffazione, una testimonianza che squarcia il velo dell'omertà e della paura. È questa la storia di Robert El Asmar, un uomo che ha trovato il coraggio di raccontare gli abusi subiti oltre trent'anni fa in un convento sulle colline di Verona. La sua voce risuona potente nel libro "Beirut-Verona sola andata", pubblicato da Rossini Editore, un'opera che non solo narra una vicenda personale ma denuncia un sistema di silenzi e complicità.

UN VIAGGIO DI SPERANZA TRASFORMATOSI IN INCUBO
Robert El Asmar, nato a Beirut nel 1973, fuggì dalla guerra civile libanese negli anni '90. La sua famiglia, cattolica praticante e benestante, era perseguitata durante il conflitto. La morte del fratellino e del migliore amico spinse il giovane Robert a cercare rifugio in Italia, grazie all'aiuto di un cugino prete. Arrivato a Verona con la speranza di un futuro migliore e una borsa di studio per l'università, il diciottenne trovò invece un incubo. Nel convento veronese, Robert, che nel libro assume il nome di fantasia Marwan, fu accolto dal padre superiore, un uomo di circa quarant'anni. Inizialmente, il religioso sembrava un mentore premuroso, aiutandolo negli studi e facendogli conoscere l'Italia. Tuttavia, la maschera di benevolenza cadde presto. "Marwan era la parte più genuina di me, morta e sepolta dopo quell’esperienza", ha dichiarato El Asmar in un'intervista a BresciaToday. "Era quel pezzo di me che si fidava degli altri, che cercava nuove speranze e sognava una vita migliore."

L'INIZIO DEL CALVARIO
Il padre superiore, dopo aver dichiarato il suo amore per Marwan, iniziò a perseguitarlo. "Fino a quando, nel suo studio, non ha rivelato di essersi innamorato di me", ha raccontato El Asmar. Da quel momento, il giovane libanese visse un vero e proprio calvario. Prima un tentativo di bacio, poi una lettera in cui il prete cercava di giustificare i suoi sentimenti con parole che suonavano come una beffa: "Amore mio, mi dispiace averti messo a disagio. Ma quello che provo per te è un sentimento importante. Ricordati che dove c’è amore c’è Dio, e Dio benedice qualsiasi forma d’amore."

LA VIOLENZA E L'OMERTÀ
Quello che seguì non fu amore, ma violenza. Marwan fu drogato, abusato sessualmente e legato a un letto per oltre un mese e mezzo. Un'esperienza lo segnò profondamente: "Ho perso la mia innocenza, ho perso la mia fede che pure mi aveva dato forza in Libano, durante il conflitto", ha confessato El Asmar.

UN SILENZIO ASSORDANTE
Nonostante la gravità dei fatti, nessun sacerdote fu mai indagato o condannato. Il muro di omertà che circondava il convento era impenetrabile, e la posizione di potere del padre superiore rendeva qualsiasi denuncia un'impresa titanica. "Ricordo quei giorni come una guerra peggiore di quella che avevo vissuto in patria", ha detto El Asmar. "Un’esperienza che ha stravolto il mio animo e mi ha cambiato per sempre."

LA DENUNCIA ATTRAVERSO LA SCRITTURA
Oggi, Robert El Asmar vive sul Lago di Garda e lavora nel settore aeronautico. "Beirut-Verona sola andata" è il suo primo libro, un'opera che mescola realtà e finzione per raccontare una storia di abusi e silenzi. La sua testimonianza è un grido di dolore ma anche un atto di coraggio, un invito a non dimenticare e a lottare contro l'omertà.

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