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Teatro e spettacolo

Andrea Pennacchi racconta Ulisse ai Trevigiani dal palco del teatro Del Monaco

"Una piccola Odissea" va in scena nella Marca: martedì e mercoledì le rappresentazioni, con musiche di Giorgio Gobbo

Andrea Pennacchi, Una piccola Odissea

Andrea Pennacchi, Una piccola Odissea

L’Odissea torna a vivere nella sua forma più autentica e affascinante: il racconto orale. A interpretarla, in veste di aedo contemporaneo, è Andrea Pennacchi, che il 15 e il 16 aprile salirà sul palco del Teatro Del Monaco di Treviso con Una piccola Odissea, spettacolo che fonde narrazione, musica e memoria personale.

La passione dell’attore padovano per il poema omerico nasce in adolescenza, quando tra i banchi delle scuole medie ricevette in dono una copia rovinata dell’Odissea in prosa. “Non c’era differenza tra Tolkien e Omero”, racconta Pennacchi, “era una grande storia, una storia di storie”. Quel primo incontro con il mito è diventato oggi un progetto teatrale che restituisce al testo classico il sapore della narrazione orale, arricchito dalla musica dal vivo.

Sul palco, insieme a Pennacchi, tre musicisti guidano il pubblico tra le onde del Mediterraneo omerico: Giorgio Gobbo (chitarra e voce), Annamaria Moro (violoncello) e Gianluca Segato (lap steel guitar). Le loro musiche accompagnano e amplificano il racconto, sotto la consulenza musicale di Carlo Carcano.

Lo spettacolo, prodotto da Teatro Boxer, è parte della rassegna Fuoriserie organizzata dallo Stabile del Veneto e si inserisce anche nel programma del Festival di teatro classico Mhytos. Dopo questa tappa epica, Fuoriserie proseguirà con Napoleone. La morte di Dio di Lino Guanciale, in scena il 15 e 16 maggio.

In Una piccola Odissea, Pennacchi non si limita a rievocare l’avventura di Ulisse, ma mette in scena una rilettura affettiva e personale: la capanna del porcaro Eumeo, in cui inizia il ritorno di Odisseo, diventa il simbolo stesso del racconto, del focolare da cui nasce la narrazione e dell’infanzia dell’autore. Una narrazione corale, in cui si dà spazio anche alla componente femminile e alla struttura a incastro del poema.

Lo spettacolo, della durata di un’ora e venticinque minuti senza intervallo, promette un’esperienza immersiva tra mito, parole e musica. Un piccolo viaggio, come suggerisce il titolo, ma capace di evocare la grandezza di un’epopea senza tempo.

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