Il tumore al pancreas, uno dei più insidiosi e difficili da diagnosticare, continua a rappresentare una delle sfide più grandi per la medicina oncologica. Secondo quanto dichiarato dal professor Roberto Salvia, direttore dell’Istituto del Pancreas dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, solo il 20% dei pazienti riesce ad accedere a trattamenti efficaci grazie alla diagnosi precoce.
Salvia, durante la settima edizione del forum "Cracking Cancer" che si è concluso oggi a Bologna, ha spiegato che la prevenzione è possibile solo per una minoranza di casi, ossia quelli associati a lesioni precancerose e a situazioni di familiarità. "Oggi, purtroppo, la metà dei pazienti arriva in fase avanzata della malattia, quando le possibilità di intervento curativo sono già estremamente limitate", ha aggiunto.
Il tumore al pancreas è noto per la sua aggressività e per la difficoltà di individuazione precoce. In molti casi, infatti, non ci sono segnali evidenti e gli strumenti diagnostici non sono ancora in grado di intercettare la malattia in tempo. Tuttavia, Salvia ha sottolineato che esiste una fascia significativa di pazienti, pari al 20-25%, che potrebbe beneficiare di diagnosi tempestive grazie al monitoraggio delle lesioni precancerose. "Se monitorate con attenzione, queste lesioni potrebbero permettere una diagnosi precoce e una cura più efficace", ha dichiarato il professor Salvia.
La chirurgia rimane un elemento cruciale nella lotta contro il tumore del pancreas, insieme alla chemioterapia, specialmente nelle fasi meno avanzate. Nonostante i trattamenti siano complessi e debilitanti, Salvia ha ribadito l'importanza di dare alle strutture sanitarie risorse adeguate per affrontare questa patologia, che colpisce in prevalenza persone con un’età media di circa 70 anni.
Infine, il professore ha lanciato un appello per un cambiamento nel sistema sanitario, evidenziando la necessità di centralizzare i percorsi di cura e dotare i centri di risorse adeguate. "Solo strutture altamente specializzate e multidisciplinari possono offrire ai pazienti percorsi adeguati ed efficaci", ha concluso Salvia, "ed è una sfida che riguarda tutta la sanità".