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Parola al direttore: Matteo Bellomo commenta il fenomeno regionale dei concorsi di bellezza estivi

Il direttore di Veneto24 dice la sua sui concorsi di bellezza che ogni estate animano le coste venete, evidenziando i rischi delle nuove tecniche di scouting online

Matteo Bellomo, direttore di Veneto24

Matteo Bellomo, direttore di Veneto24

Si avvicina l'estate e tra le varie manifestazioni che ci aspettano si apre anche la stagione dei concorsi di bellezza. Aspiranti miss in passerella in moltissimi paesi del nostro Veneto. Una abitudine che, nel corso degli anni, ha perso un po' di smalto ma continua a essere assolutamente presente. Matteo Bellomo, direttore di Veneto24 e conduttore della rubrica "Dentro la Notizia", ha affrontato la questione con Claudio Campagnolo nel corso della trasmissione Drive Time.

I concorsi di bellezza sono sempre un po' controversi, non è così, direttore?

"Si, è vero. In questo tempo così difficile per le donne i concorsi di bellezza sono finiti spesso sotto processo. Io mi dichiaro subito: a me i concorsi di miss non piacciano, li considero ormai inutili, non credo che per le migliaia di ragazzine che anche nella nostra regione vi partecipano rappresentino un'occasione di crescita o di carriera e soprattutto l'età media, sempre più bassa, delle concorrenti mi preoccupa. Ma non è questo il problema principale."

E quale è il problema che hai rilevato allora?

"In queste ultime settimane più di qualche genitore del veneziano, del trevigiano e del padovano mi hanno raccontato che è in corso un nuovo fenomeno. Un tempo le aspiranti miss venivano notate per strada, in spiaggia, in qualche locale. Oggi c'è un vero e proprio scouting attraverso i social. Questi genitori mi hanno raccontato di come le loro figlie abbiano ricevuto sui loro profili social messaggi da profili che non rientrano tra i loro amici che e invitano a partecipare a concorsi di bellezza locale. I mittenti sono, o almeno così appaiono, altre ragazzine appena maggiorenni che oltre a complimentarsi per la bellezza delle foto pubblicate, le incoraggiano a iscriversi ai concorsi raccontando di essere delle ex partecipanti che grazie a quella esperienza la loro vita è cambiata. A ricevere questi messaggi, per quello che mi hanno raccontato, sono ragazzine di 13 o 14 anni."

In effetti l'esposizione degli adolescenti sui social rischia di aprire scenari non sempre edificanti.

"Ammettiamo che i profili che hanno contatto queste ragazzine siano autentici e ammettiamo anche che effettivamente siano delle scout di concorrenti per questi concorsi e non dei malintenzionati che, con un profilo finto, vogliono mettere nei guai queste adolescenti. Io sono venuto a conoscenza di quei casi nei quali chi ha ricevuto questi inviti è corso immediatamente dai genitori che, a loro volta, hanno trovato inopportuna la cosa e la vicenda si è chiusa così, senza neppure degnare di una risposta la scout. Però non possiamo sapere se ve ne siano altri, se ci siano ragazzine che, magari lusingate in una fase che può essere critica, dai complimenti abbiano scelto di non dire nulla e magari recarsi a appuntamenti e casting di nascosto. Il ruolo dei social, e la loro gestione, sono un argomento estremamente scottante. Il dibattito, anche a livello internazionale, è accesso. Porre dei limiti, dei controlli, delle censure, come chiederebbe più di qualcuno, viene visto da molti altri come una forma di limitazione di una libertà individuale. Una piccola contromisura, però c'è: Meta, la proprietaria tra gli altri di Facebook e Instagram, proprio in questi giorni sta pubblicizzando l'attivazione dei social dedicati ai minori. Magari non sarà una soluzione totale, però potrebbe già essere utile. Poi, ovviamente, c'è la necessità di controllare. Secondo una delle ultime indagini dell'Istituto di Statistica, infatti, in Veneto oltre il 13% dei minora registra condizioni di uso problematico dei social, ovvero, l’ansia di accedere ai social, la volontà di passare sempre più tempo online, sintomi di astinenza quando offline, fallimento nel controllo del tempo, trascurare altre attività, liti con genitori a causa dell’uso, problemi con gli altri, mentire ai genitori, usare i social per scappare da sentimenti negativi."

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