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Sogni e Alzheimer: la fase REM come possibile scudo contro la malattia

Una ricerca internazionale rivela il ruolo cruciale del sonno nella prevenzione delle demenze neurodegenerative

Sogni e Alzheimer: la fase REM come possibile scudo contro la malattia

Foto di repertorio

Un team di ricercatori provenienti da università statunitensi e cinesi è stato protagonista di una ricerca che apre nuove prospettive nella lotta all’Alzheimer. Secondo la ricerca, la fase REM del sonno — quella in cui si sogna — potrebbe rappresentare un importante alleato nella prevenzione di questa devastante malattia neurodegenerativa.

Durante la fase REM, il cervello è particolarmente attivo, impegnato nel consolidamento della memoria e nell’elaborazione delle emozioni: processi fondamentali per il mantenimento della salute cerebrale. I dati raccolti suggeriscono che la frequenza e la tempestività di questa fase del sonno possono influenzare il rischio di sviluppare l’Alzheimer, evidenziando un collegamento diretto tra la qualità del sonno e la salute neurologica.

Uno degli aspetti più rilevanti emersi dallo studio è la correlazione tra un ritardo nell’insorgenza della fase REM e un aumento della probabilità di malattia. Questo indica come il monitoraggio del sonno, e in particolare della fase REM, potrebbe diventare uno strumento diagnostico precoce e una nuova frontiera nella prevenzione.

Parallelamente, potrebbero aprirsi nuove strade per terapie innovative mirate a migliorare il riposo notturno, integrandolo come componente chiave nelle strategie di cura preventiva dell’Alzheimer.

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