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Inquinamento fluviale

PFAS, pesticidi e batteri fecali nel fiume Livenza: la denuncia del M5S

Erika Baldin chiede alla Regione Veneto un intervento urgente per la salute pubblica e una collaborazione attiva con il Friuli-Venezia Giulia per il risanamento delle acque contaminate

La consigliera Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle

La consigliera Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle

La qualità delle acque del fiume Livenza è seriamente compromessa e il caso approda tra i banchi del Consiglio regionale del Veneto. La consigliera Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, ha presentato un’interrogazione alla Giunta per chiarire l’impatto sulla salute pubblica dei dati raccolti da Legambiente e ARPAV nel corso della quinta edizione dell’“Operazione Fiumi”. Le analisi condotte denunciano la presenza elevata di sostanze pericolose, tra cui PFAS, glifosati e batteri fecali, in un’area che segna il confine tra il Veneto orientale e il Friuli-Venezia Giulia.

«I primi risultati sono stati presentati pochi giorni fa a Portogruaro, nella sede del Consorzio di bonifica – ha dichiarato Baldin – e indicano una qualità chimica molto bassa del Livenza, a causa dell’eccessiva presenza di composti PFAS e glifosato». I dati più preoccupanti provengono dalla centralina di monitoraggio a Motta di Livenza, in provincia di Treviso, dove il batterio Escherichia coli ha superato abbondantemente i limiti legali, con un valore di 8664 mpn/ml contro il massimo consentito di 5000.

Secondo Legambiente, tra le principali cause dell’inquinamento figurano gli scarichi civili non adeguatamente trattati nei comuni friulani situati a monte del corso d’acqua. Da qui, la richiesta della consigliera del M5S alla Regione di avviare un coordinamento con le autorità del Friuli-Venezia Giulia per affrontare il problema in modo condiviso, intervenendo sia sul controllo dell’uso di pesticidi sia sulla depurazione delle acque reflue.

«I PFAS e i glifosati sono sostanze altamente nocive – ha sottolineato Baldin – e la loro presenza nei corsi d’acqua è stata collegata a gravi patologie, come dimostrano le numerose segnalazioni già oggetto di un processo in corso al Tribunale di Vicenza». La consigliera ha inoltre richiamato l’attenzione sulla terbutrina, un pesticida vietato dall’Unione Europea nel 2003 ma ancora rinvenuto nel Livenza, a dimostrazione dell’urgenza di agire concretamente per tutelare l’ambiente e la salute pubblica.

Baldin conclude chiedendo alla Giunta veneta un’azione immediata: «È il momento di adempiere alle normative europee e garantire acque pulite a beneficio dei cittadini e del settore agricolo».

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