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Attualità
03.09.2025 - 13:00
Foto di repertorio
Nei primi sei mesi dell’anno, i Comuni della provincia di Padova hanno incassato più di 22 milioni di euro grazie alle sanzioni per infrazioni stradali, confermando il primato provinciale in Veneto e posizionandosi all’ottavo posto in Italia per entrate da multe.
Se da un lato la tutela della sicurezza sulle strade resta una priorità imprescindibile, dall’altro cresce il sospetto che autovelox e telecamere vengano utilizzati più come fonte di guadagno che come strumenti di prevenzione.
“Non possiamo permettere – ha dichiarato il consigliere provinciale Vincenzo Gottardo – che questi strumenti siano percepiti come una forma di tassazione occulta ai danni dei cittadini. È fondamentale ricostruire la fiducia attraverso la trasparenza, investendo in educazione stradale e nella manutenzione delle infrastrutture, non attraverso una moltiplicazione indiscriminata delle multe”.
Il problema, sottolinea Gottardo, non è esclusivo di Padova: in tutta la regione Veneto, i Comuni raccolgono circa 200 milioni di euro all’anno da sanzioni. Questo fenomeno rischia di trasformare un’attività di prevenzione in un sistema di fiscalità parallela, soprattutto nei piccoli centri dove il rapporto multe-abitanti raggiunge picchi elevati.
Per questo il consigliere propone una svolta concreta: “È necessario stabilire regole precise che obblighino almeno il 70% dei proventi delle multe a essere reinvestiti in sicurezza stradale, migliorando l’asfalto, l’illuminazione, le piste ciclabili e promuovendo campagne di sensibilizzazione. Solo così gli automobilisti potranno riconoscere l’utilità di ciò che pagano e la sicurezza non diventerà una tassa nascosta”.
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