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Crisi di settore

Autotrasportatori veneti in rivolta contro la nuova legge sui tempi di attesa

Confartigianato Imprese Veneto chiede chiarezza al ministro Salvini: “La norma nata per tutelare i trasportatori rischia di danneggiarli”

Michele Varotto di Confartigianato Imprese Veneto

Michele Varotto di Confartigianato Imprese Veneto

La legge che doveva proteggere i lavoratori dell’autotrasporto rischia di trasformarsi in un boomerang. È l’allarme lanciato da Confartigianato Imprese Veneto, che attraverso la propria categoria del trasporto si unisce all’appello nazionale di Unatras chiedendo un incontro urgente con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Al centro delle polemiche, l’applicazione della Legge 105/2025, che introduce nuove regole sui tempi di attesa nelle fasi di carico e scarico delle merci e stabilisce gli indennizzi economici dovuti in caso di ritardi.

«La norma – spiega Michele Varotto, presidente del Trasporto merci di Confartigianato Veneto – era nata per difendere l’anello più debole della filiera, cioè le imprese di autotrasporto. Oggi però rischia di essere svuotata di significato da interpretazioni arbitrarie. Servono regole chiare e uguali per tutti».

Negli ultimi giorni, diverse imprese venete hanno segnalato casi in cui la nuova legge sarebbe applicata in modo parziale o addirittura aggirata, con alcuni committenti che avrebbero escluso gli indennizzi previsti per i ritardi, giustificandosi con accordi privati tra vettori e clienti. Una pratica che, secondo Confartigianato, mina la parità di trattamento e rende “inutile” una norma nata per garantire sicurezza, efficienza e condizioni di lavoro più dignitose.

Varotto sottolinea inoltre che la legge fa riferimento al tachigrafo come prova oggettiva dei tempi di attesa, uno strumento che dovrebbe chiudere ogni discussione sul conteggio dei 90 minuti di franchigia: «È tutto già chiaro – spiega – il tachigrafo certifica l’attesa e giustifica la richiesta di indennizzo, indipendentemente dalle cause del ritardo».

Ma le preoccupazioni non finiscono qui. Le associazioni del settore denunciano anche la mancata attivazione del fondo pluriennale da 590 milioni di euro destinato al rinnovo dei mezzi e alla transizione ecologica del trasporto merci su gomma. «Senza incentivi – avverte Confartigianato – le imprese non potranno sostenere i costi della decarbonizzazione, come richiesto dalle normative europee».

Le novità della legge
L’articolo 6-bis del decreto legislativo 286/2005, modificato dal “DL Infrastrutture”, riduce da 120 a 90 minuti il tempo di attesa tollerato per le operazioni di carico e scarico. Oltre questa soglia, al vettore spetta un indennizzo di 100 euro per ogni ora o frazione di ora di ritardo, con responsabilità solidale tra committente e caricatore. La norma rafforza inoltre il diritto dell’autotrasportatore a ricevere istruzioni precise su luogo e orari di consegna, e ne tutela la posizione anche in caso di danni o incidenti dovuti a un carico non conforme.

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