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Il voto femminile
29.11.2025 - 08:31
Fonte: Facebook Rai Storia
Le elezioni regionali appena concluse ricordano quanto il voto sia oggi un gesto naturale per milioni di cittadine venete. Eppure, questa normalità è il risultato di una conquista recente nella storia, frutto di battaglie sociali, culturali e civili che hanno segnato profondamente anche il Veneto. Ripercorrere la storia del voto femminile nella regione significa raccontare un cammino fatto di progressi lenti, discriminazioni, coraggio e trasformazioni del tessuto sociale.
Le donne italiane votano per la prima volta nel 1946, in un Paese appena uscito dalla guerra e impegnato a ricostruire il proprio futuro. Il Veneto dell’epoca è una regione rurale, con un forte radicamento cattolico e con una presenza femminile nel mondo del lavoro ancora marginale rispetto agli uomini.
Il 2 giugno 1946 anche le donne venete si recano alle urne per il referendum istituzionale Monarchia–Repubblica e per eleggere l’Assemblea Costituente. In molti comuni del Veneto l’affluenza femminile fu sorprendentemente alta: le donne parteciparono con grande senso civico, desiderose di contribuire alla rinascita del Paese.
Nonostante la forte partecipazione al voto, l’ingresso delle donne venete nelle istituzioni fu inizialmente molto lento. Nei primi decenni del dopoguerra, la rappresentanza femminile nei consigli comunali e nelle amministrazioni provinciali del Veneto rimase bassa: la politica continuava a restare un territorio prevalentemente maschile, complici la cultura patriarcale, i ruoli familiari tradizionali e le scarse occasioni di formazione.
È negli anni ’60 e ’70, con i movimenti femminili, le battaglie per i diritti civili, la diffusione dell’istruzione superiore e l’avvio del boom economico, che il voto femminile in Veneto inizia a tradursi, lentamente, in una maggiore presenza nelle istituzioni.
Il Consiglio regionale veneto nacque nel 1970, ma le donne elette furono pochissime nelle prime legislature. Per anni la presenza femminile nelle assemblee regionali rimase simbolica, nonostante l’aumento della partecipazione al voto.
La svolta si è vista solo dagli anni 2000 in poi, con una crescita più costante – anche se non ancora paritaria – delle elette in Consiglio regionale e nelle Giunte. Le leggi elettorali con quote di genere e doppia preferenza hanno contribuito in modo decisivo ad aumentare il numero di donne in politica.
Il Veneto di oggi è profondamente diverso da quello del 1946:
– più istruito,
– più urbanizzato,
– più aperto all’imprenditoria femminile,
– più attivo nei servizi sociali e nel terzo settore.
Anche il modo in cui le donne votano è cambiato. La partecipazione femminile al voto è spesso superiore a quella maschile e le donne hanno acquisito un peso crescente nel dibattito pubblico e nei programmi politici, portando attenzione a temi come lavoro, salute, violenza di genere, istruzione, conciliazione vita-lavoro.
La storia del voto femminile in Veneto non è solo una cronaca di date e conquiste, ma un viaggio attraverso la trasformazione di un’intera società. Dal 1946 a oggi le donne venete hanno attraversato restrizioni, pregiudizi e opportunità nuove, fino a diventare protagoniste della vita politica regionale.
Le elezioni di questi giorni ricordano quanto quella conquista, ottenuta meno di ottant’anni fa, sia ancora oggi un patrimonio da difendere e valorizzare.
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