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Lavoratori dell'arte
27.11.2025 - 18:20
Il senatore Andrea Martella
Il Teatro La Fenice di Venezia, noto per la sua storia e tradizione, è al centro di una controversia interna. La Fondazione che lo gestisce ha deciso di non erogare la quota di welfare aziendale prevista dagli accordi sindacali, per una somma di circa 250.000 euro, pari allo 0,6% del bilancio complessivo, superiore ai 35 milioni. La motivazione ufficiale è stata quella di “salvaguardare i conti”.
Andrea Martella, senatore e segretario regionale del Partito Democratico Veneto, ha definito la scelta «doppiamente grave e inspiegabile» e ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Cultura. «Parliamo dell’unica fondazione lirico-sinfonica italiana che ha chiuso gli ultimi quattordici bilanci in attivo. Una realtà descritta dagli stessi amministratori come modello di gestione», osserva Martella. Secondo il senatore, se i conti sono solidi, «il taglio al welfare è pretestuoso», mentre eventuali criticità non dichiarate dovrebbero essere comunicate con chiarezza.
Nell’interrogazione si chiede se il Governo fosse a conoscenza della decisione e quali valutazioni intenda compiere. Martella sollecita un intervento concreto per garantire che la Fondazione La Fenice resti un punto di riferimento nazionale non solo per la qualità artistica, ma anche per il rispetto dei diritti dei lavoratori. «Non si può costruire un’eccellenza culturale scaricando il peso sui dipendenti. Serve coerenza tra i numeri esibiti e le scelte compiute. E serve la vigilanza del Ministero per tutelare il patrimonio e chi vi lavora», conclude.
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