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Chioggia non è capitale della cultura, "guardare al futuro con ottimismo"

Chioggia non vince Capitale Italiana della Cultura 2024, ma "bisogna guardare al futuro con ottimismo"

Chioggia ci ha provato. Se è vero che le più grandi vittorie crescono anche e soprattutto dopo le sconfitte; allora è giusto guardare al futuro con ottimismo. Può essere riassunta così, con poche e semplici parole, la cronaca della giornata che ha incoronato a Capitale Italiana della Cultura 2024 la città di Pesaro. Vince dunque una delle città “favorite” anche dai pronostici, forte di una tradizione culturale già ampiamente nota non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo. Sono circa le 11:30 quando il Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini apre la busta con il nome scelto dalla giuria (all’unanimità) quale candidato più meritevole. Collegati via streaming presso la Sala Consiliare del Comune di Chioggia ci sono rappresentanti della politica clodiense, stampa e membri del Comitato Promotore; mentre a Roma a rappresentare ufficialmente la città siedono davanti alla Giuria e al Ministro il Sindaco Mauro Armelao e Pino Penzo. La cerimonia è breve e priva di rigidi formalismi; con il Ministro che sottolinea come la qualità dei partecipanti all’evento cresca di anno in anno e rappresenti una occasione di crescita non solo per i vincitori finali. Potere arrivare a raccontare “Io c’ero; facevo parte della short-list dei finalisti” sarà pure un vanto come ricorda lo stesso Franceschini, ma inutile nascondere che l’amaro in bocca resta quando si arriva a pochi passi da un traguardo storico. "A Chioggia ci abbiamo creduto fino alla fine" - commenta il sindaco Armelao, che aggiunge – “ci siamo giocati le migliori energie che potevamo mettere in campo e siamo comunque orgogliosi di quanto abbiamo realizzato, perchè da questo percorso di candidatura esce il progetto di sviluppo dei prossimi anni. Davvero, come è stato detto a margine dell'audizione ha vinto comunque la cultura! Certo, un velo di rammarico c'è, ma se mi guardo indietro penso che la nostra vittoria l'abbiamo già avuta giocandoci il titolo in finale e con il riflettore che è comunque stato acceso sulla nostra città". Vero, come è vero che quasi unanime è stato il coro di ringraziamenti arrivati da più parti (anche quel mondo social inizialmente un po scettico) soprattutto al comitato promotore. Finalmente la città è riuscita a “fare squadra”, è stato mostrato il meglio di tradizioni e patrimonio artistico. Molto si è raccontato e l’apprezzamento per l’immagine di Chioggia e il suo territorio è arrivato anche dall’altra parte del mondo. E allora viene da pensare con gratitudine e fierezza: “E se l’attesa di vincere, fosse essa stessa la “Vittoria”?
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