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L'ALLARME DEL PRESIDENTE DEL CAI

Dalla Libera: "Troppa leggerezza tra chi va in montagna. Mille incidenti in un anno nel Veneto"

Gran parte sono cadute o scivolate evitabili con allenamento. Attenzione perché gli incidenti ai cercatori di funghi sono tre volte in percentuale quelli in montagna

Dalla Libera: "Troppa leggerezza tra chi va in montagna. Mille incidenti in un anno nel Veneto"

Maurizio Dalla Libera prende la consegne dal precedessore Giovanni Vaccari

Luglio 1988: sei istruttori di scialpinismo vicentini, sfidando orsi e temperature oltre i 40 gradi sottozero, senza cani e gps, armati solo delle loro forze e guidati da una bussola e dalle stelle, hanno percorso in solitaria oltre 500 chilometri in un mese, su un mare di ghiaccio a volte alto anche 3 mila metri, per andare da una costa all’altra della Groenlandia. L’impresa ricalcava quella compiuta per la prima volta 100 anni prima dal norvegese Fridtjof Nansen, un mito dell’esplorazione delle aree polari.

Tra questi sei temerari, anche Maurizio Dalla Libera, fresco presidente del Cai di Vicenza, istruttore nazionale di alpinismo e scialpinismo, accademico del Gruppo italiano scrittori di montagna (Gism) e direttore della “Scuola di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera Umberto Conforto”.

 I vicepresidenti del Cai di Vicenza sono Claudio Baccarin e Franco Pavan. Fanno parte del consiglio direttivo anche Emma Dal Pra, Alessandra Colla, Alberto Nicolin, Carlo Saccardo, Marilena Maistrello, Davide Buson, Danilo Franchini e Luca Corradin.

In pensione da insegnante da qualche mese, Dalla Libera eredita dal predecessore Giovanni Vaccari la sezione di Vicenza che, con il Gruppo di Camisano e la Sottosezione di Noventa, può vantare quasi tremila soci: sono cresciuti di 405 negli ultimi tre anni. E già si sta guardando al prossimo anno quando si festeggeranno i 150 dalla fondazione del sodalizio berico, guidato dal suo nascere da Paolo Lioy.

La sezione vicentina è decisamente molto articolata e vivace per interessi, attività e per numero di iniziative.

Si parte con l’ambito della cultura: la specifica commissione organizza serate a tema, cura la comunicazione e gestisce la biblioteca con oltre tremila volumi. C’è poi l’area ambiente che propone approfondimenti e uscite, finalizzati ad apprezzare le bellezze che ci circondano, comprese le grotte.

Non manca il sociale: collaborando con il servizio sanitario, Dalla Libera sottolinea con soddisfazione l’efficacia della “montagnaterapia” che una trentina di persone sta seguendo per superare difficoltà personali. Misurarsi con le sfide e constatare che si riesce a superarle, restituisce fiducia e autostima preziosi per la vita quotidiana.

       Sono in carico al Cai di Vicenza anche la cura e la gestione di sentieri e strutture, come il bivacco “Valdo” nel Bellunese, il rifugio “Città di Schio” sopra Campogrosso. Ma ci sono anche le falesie di Lumignano e di Gogna, che registrano un crescendo di interesse.

Come facilmente immaginabile, l’ambito più articolato e ricco è rappresentato dalla formazione e dall’educazione alla prevenzione degli incidenti e alla conoscenza della montagna. Per tutte servono rispetto e amore. Molti i corsi, diretti ai giovanissimi come ai maturi, per coprire tutto la gamma di esperienze: l’alpinismo puro, lo scialpinismo e le discese in pista, l’arrampicata, fino al più recente snowboard alpinismo (quello con le due tavole che si uniscono). Ma c’è anche chi insegna come andare per torrenti, così come esistono corsi di speleologia e di ciclo escursionismo. Un’attività che è motivata dal fatto che risultano in crescita esponenziale, infatti, gli incidenti anche mortali di sconsiderati che scendono con le e-bike a velocità folle.

 

Ecco una priorità che il nuovo presidente ha annunciato al suo insediamento: continuare la preziosa opera di prevenzione per ridurre gli incidenti in montagna, nelle grotte o nei torrenti. Lo scorso anno il Soccorso alpino nazionale è stato attivato per 12.349 missioni di emergenza, e nelle montagne venete ne sono stati effettuate circa un migliaio, metà per cadute o scivolate dovute alla leggerezza con cui si affronta la gita in montagna. Il 10 per cento sono pure dovuti ad incidenti causati da mountain bike. Curioso poi notare che gli incidenti capitati ai raccoglitori di funghi (il 3,1%) sono maggiori di quelli causati dallo scialpinismo o dallo sci alpino (entrambi al 2,2%). Lo scorso anno per tutte queste cause, in montagna hanno perso la vita 491 persone. È importante segnalare che i tesserati Cai sono assicurati e possono contare sul rimborso delle spese mediche o a quelle dovute all’eventuale uscita dell’elicottero.

“Noi vogliamo trasmettere a tutti gli amanti delle nostre meravigliose montagne - scandisce Dalla Libera – passione e competenze tecniche per aumentare la consapevolezza del giusto modo di rapportarsi con la natura, cercando quindi di ridurre gli incidenti. Con le nostre attività vogliamo proporre un modello educativo che porti al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente, all’assunzione di responsabilità per se stessi e per gli altri, al gusto di lavorare in gruppo per la tutela della montagna e dei paesaggi”.

 Silvio Scacco

 

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