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Cronaca
27.12.2024 - 08:50
Foto di repertorio
Un’operazione a tappeto condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso ha portato alla luce numerose irregolarità nel mondo del lavoro, evidenziando un preoccupante panorama di sfruttamento e inosservanza delle normative. Tra luglio e dicembre 2024, i controlli eseguiti dai Reparti del Comando Provinciale hanno individuato 58 lavoratori irregolari, di cui 17 completamente “in nero” e 41 con orari di lavoro non conformi ai contratti.
Tra i lavoratori identificati, quattro sono risultati privi di permesso di soggiorno. Per tre di loro è stato emesso ed eseguito il provvedimento di espulsione dal territorio italiano.
Durante un’ispezione in un laboratorio tessile, è stata accertata una grave situazione di sfruttamento della manodopera, configurabile come caporalato. Questo episodio ha portato a ulteriori indagini e a provvedimenti penali nei confronti dei responsabili.
Le ispezioni hanno riguardato vari settori economici, tra cui agroalimentare, vitivinicolo, ristorazione e manifattura, e sono state condotte in stretta collaborazione con altre istituzioni, come lo SPISAL dell’ULSS 2 Marca Trevigiana, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, l’ARPAV e i Vigili del Fuoco.
In totale, sono stati sequestrati 8 laboratori, con 15 titolari denunciati all’Autorità Giudiziaria. Sono stati inoltre posti sotto sequestro 128 macchinari e 132 postazioni di lavoro, mentre in quattro casi le aziende hanno subito la sospensione dell’attività per violazioni legate alla sicurezza sul lavoro.
Gli approfondimenti post-ispezione hanno rivelato ulteriori illeciti: in quattro casi sono stati accertati gravi reati fiscali legati all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, spesso connesse a pratiche di esternalizzazione illecita della manodopera.
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