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Cronaca
12.04.2025 - 08:51
Foto di repertorio
Un errore tecnico, una leggerezza nella costruzione, e in pochi minuti il tetto del Residence Giardino B si trasformò in un inferno. Era il 19 dicembre di quattro anni fa quando le fiamme divamparono dal tetto del complesso residenziale di via Petrarca a Gorgo, devastando circa 400 metri quadrati di copertura e due mansarde. Tutti i 24 appartamenti divennero inagibili, lasciando quasi un centinaio di persone senza casa per oltre sette mesi.
Le indagini, avviate immediatamente dopo l’intervento dei vigili del fuoco, portarono a individuare l’origine dell’incendio: una canna fumaria collegata a una stufa a pellet, collocata all’interno del muro di un appartamento al piano terra. Gli accertamenti rivelarono che quell’impianto non rispettava le norme tecniche previste per sicurezza e materiali.
Dopo anni di perizie e testimonianze, il giudice per l’udienza preliminare Carlo Colombo ha emesso la sentenza: un anno di reclusione per Aurelio Zanchetta, 79 anni, titolare della ditta costruttrice Zanchetta Aurelio srl, e otto mesi per l’ingegnere Giancarlo Casetta, 67 anni, direttore dei lavori.
Le accuse mosse dalla Procura erano chiare: la canna fumaria era stata realizzata in violazione delle norme di sicurezza, in modo tale da favorire il passaggio del calore alla struttura in legno del tetto, da cui l’incendio si è rapidamente propagato.
A confermare le responsabilità, la consulenza tecnica affidata al geometra Augusto Zilio, che ha sottolineato come il costruttore abbia completamente ignorato le normative vigenti durante l’installazione della canna fumaria.
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