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Bullismo a scuola, 15enne di Treviso ammonita dal questore: un anno di minacce, insulti e violenze

I video delle aggressioni finivano online tra l’indifferenza dei compagni

Bullismo a scuola, 15enne ammonita dal questore: un anno di minacce, insulti e violenze

Foto di repertorio

Una spirale di vessazioni durata un intero anno scolastico, culminata con un provvedimento ufficiale: una ragazza di 15 anni è stata ammonita dal questore di Treviso dopo essere stata ritenuta responsabile di una lunga serie di episodi di bullismo ai danni di una coetanea e compagna di classe.

Insulti, minacce, spintoni e perfino schiaffi sono stati il pane quotidiano per la giovane vittima, costretta a subire aggressioni sia tra i banchi di scuola che fuori, in un crescendo di violenza psicologica e fisica.

A spingerla a denunciare è stata l’esasperazione, ma anche il desiderio di interrompere un clima di paura alimentato dal silenzio e, peggio, dalla complicità passiva di alcuni compagni. Diversi episodi sono stati infatti ripresi con gli smartphone e poi diffusi sui social, quasi a trasformare l'umiliazione in spettacolo.

Le indagini avviate dai carabinieri, dopo la denuncia della studentessa, hanno permesso di raccogliere prove concrete del comportamento persecutorio. Il questore, valutata la gravità dei fatti, ha emesso un ammonimento formale nei confronti della minore aggressora – misura che viene applicata nei casi di atti persecutori o violenti da parte di soggetti minorenni.

Il bullismo che si nutre di indifferenza

L’episodio solleva ancora una volta il velo su una realtà troppo spesso sottovalutata: la violenza tra pari. Dietro le aggressioni fisiche, le parole offensive e le riprese condivise sui social, si nasconde un tessuto scolastico fragile, in cui mancano – talvolta – gli strumenti o il coraggio per intervenire in tempo.

La ragazza vittima di bullismo è ora seguita da un’équipe di supporto psicologico. La speranza è che, grazie al coraggio dimostrato nel denunciare, possa trovare la forza di ricominciare e che il suo gesto possa spingere altri giovani a non rimanere in silenzio.

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