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Custodia contesa
04.09.2025 - 16:30
Nicholas col figlio
Una vicenda che sembra uscita da un film di spionaggio si è conclusa tra il Veneto e la Romania. Nicholas C.D., 40 anni, ex ufficiale dell’esercito americano di stanza a Vicenza, ha riportato in Italia il figlio di sei anni sottratto due mesi prima dalla madre, Roxana, 47 anni, cittadina rumena. L’episodio è avvenuto il 30 luglio 2024: Nicholas ha preso il bambino sottobraccio e lo ha portato in un aeroporto bulgaro, da dove un piccolo aereo privato, un Piper, li ha riportati in Italia.
Il bambino ora vive con il padre e la sua nuova compagna a Mantova. Nicholas ha spiegato di aver dovuto agire per il bene del figlio, perché il bambino stava iniziando a non riconoscerlo come padre e le istituzioni non intervenivano. Ha aggiunto di aver lasciato l’esercito e di esercitare oggi come avvocato, e di aver organizzato il rientro con l’aiuto di un veterano britannico specializzato in recupero minori all’estero, un investigatore privato e un pilota.
Roxana, che in passato gestiva negozi di bellezza, ha raccontato che il padre aveva portato via il bambino senza documenti e con un aereo privato, definendo la situazione come un vero e proprio rapimento. Ha detto di aver denunciato l’ex marito alla polizia di Bucarest, ma che la giustizia romena non poteva procedere perché si trattava di un militare americano. La donna ha aggiunto di essersi trasferita in Romania per motivi economici dopo la separazione e di aver avuto problemi con il tribunale italiano che le aveva affidato il bambino, ma senza offrirle una casa o un lavoro.
Nicholas ha smentito le accuse, precisando che la madre non era in difficoltà economica, smentendo inoltre le accuse della donna che lo dipingevano come un alcolizzato violento. Ha spiegato che Roxana non accettava la fine del matrimonio e che aveva creato problemi anche con l’esercito americano. Il tribunale aveva stabilito il 17 luglio che il bambino fosse affidato in via esclusiva al padre, con la possibilità per lui di prendere decisioni importanti su istruzione, salute e educazione.
L’operazione, costata circa 40 mila euro, è stata soprannominata “Gardaland” dal padre, in onore del parco giochi preferito dal figlio. Roxana può vedere il bambino una volta a settimana in videochiamata, sotto supervisione degli assistenti sociali, ma ha sottolineato che un’ora a settimana non è sufficiente, mentre il tribunale conferma la decisione di affidamento esclusivo al padre.
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